Migranti, pronto anche l'hotspot di Taranto. Bubbico: “Non sono Cie"
ROMA – Il prossimo hotspot italiano pronto ad aprire è quello di Taranto, la sua apertura è prevista a breve, entro fine febbraio. A sottolinearlo è il viceministro dell’Interno Filippo Bubbico a margine della presentazione oggi a Roma del rapporto sui Centri di identificazione ed espulsione realizzato dalla Commissione diritti umani del Senato, presieduta da Luigi Manconi. “Gli hotspot non sono Cie – ha sottolineato – sono luoghi nei quali i migranti ricevono un primo punto di contatto con un paese europeo e un primo aiuto di natura sanitaria. Sono, inoltre, luoghi nei quali devono poter essere identificati ed esprimere la loro volontà di chiedere asilo. Il rapporto della Commissione mette in evidenza il mancato equilibrio rispetto ai tempi di permanenza, ma questo dipende dalla conclusione di tutti gli adempimenti - aggiunge - Quello che stiamo cercando di fare è accelerare gli adempimenti perché le persone possano entrare nel circuito dell’accoglienza. Ma va detto che lì i migranti devono restare ore non giorni. Se restano giorni è per l’allungamento delle procedure. Ed è normali che non possano uscire”. Il viceministro ha inoltre ammesso alcuni deficit (denunciati dal rapporto) nelle procedure di identificazione: “trovo fondata la richiesta di rafforzare le strutture di primo contatto, con una maggiore presenza delle organizzazioni umanitarie e dei mediatori culturali. L'informazione è fondamentale”.
Per Bubbico gli hotspot vanno collocati all’interno dell’agenda europea e “costituiscono la premessa per superare Dublino”. “Su questo abbiamo fatto molti passi in avanti – aggiunge – Siamo stati messi sul banco degli imputati da Unione europea. E ora ci troviamo in una situazione paradossale con l’Austria che vuole chiudere il confine con l’Italia. Ma per noi potrebbe essere perfino un favore, il nostro paese sarà meno appetibile”.
Nel corso della presentazione il senatore Luigi Manconi ha sottolineato la preoccupazione per i Cie, “luoghi orribili dove ci sono continue violazioni diritti persone”. “Questi centri sembravano destinati a ridursi nel numero – sottolinea -, ma le vicende europee hanno avuto come effetto il loro rilancio e un incremento delle persone trattenute. Resta da chiarire qual è natura giuridica degli hotspot, incerti come sono tra la funzione di accoglienza e di detenzione amministrativa. Ciò rende più intense le nostre preoccupazioni per un sistema che vedevamo destinato a estinguersi e invece viene incrementato”.
Alla presentazione è intervenuto anche il senatore Riccardo Mazzoni, che per conto della Commissione ha visitato l’ hotspot di Lampedusa. “E’ un centro pensato per la primissima accoglienza, una struttura non attrezzata per lunghe permanenze – sottolinea – Come già denunciato dal sindaco Nicolini c'è stato il caso di 139 minori non accompagnati lasciati liberi e senza tutele, di giorno e di notte. Su questo bisogna intervenire. Inoltre le condizioni igieniche e strutturali del centro – ha aggiunto – sono appena dignitose”. (ec)