22 dicembre 2018 ore: 08:25
Immigrazione

Migranti, quando l’accoglienza è una risorsa. 4 esempi virtuosi

Dalla Val Camonica al Cadore, passando per Canelli e la Valle di Comino: sono le comunità ospitanti che hanno cominciato a rivivere grazie all’arrivo degli stranieri. Le analizza Welfare Oggi che si chiede se questo possa essere un modello replicabile su scala nazionale
Welfare oggi numero 4-5 2018

ROMA -  Da una parte le posizioni chi difende l’accoglienza ai migranti e rifugiati, dall’altra chi continua a parlare quasi esclusivamente del business di chi lucra sul fenomeno. Il tema migratorio, al centro del dibattito pubblico per tutto il 2018, ha visto le posizioni polarizzarsi nettamente sul ruolo dell’Italia e su che tipo di assistenza dare agli stranieri che arrivano sul nostro territorio. Tutto in un’ottica in cui accogliere è visto, quasi esclusivamente come un onere o un peso. Ma a livello economico questo può  trasformarsi anche in una risorsa. Esistono, infatti, in Italia esempi virtuosi di comunità accoglienti, che proprio grazie all’arrivo dei migranti sono riuscite a far rivivere il proprio territorio. Ne parla il numero 4-5 di Welfare Oggi, che analizza il caso di quattro luoghi (Val Camonica, Cadore, Canelli e Valle di Comino) la cui economia locale è riuscita a rimettersi in moto proprio grazie all’accoglienza dei richiedenti asilo. Un’accoglienza, però, diffusa e pensata proprio nella logica del modello Sprar e dei piccoli numeri, per far incontrare le esigenze della comunità locale con quelle dei nuovi ospiti.

 

Welfare oggi numero 4-5 2018


I quattro esempi selezionati dalla rivista sono tutti rurali o montani e la loro esperienza viene analizzata al dettaglio, per descrivere cosa concretamente accade quando si decide di accogliere razionalmente. Una sfida che riesce a declinarsi anche in vera integrazione grazie anche al lavoro congiunto di istituzioni locali, imprese sociali, associazioni, volontariato e cittadinanza attiva. Modelli positivi e partecipati che potrebbero essere replicati sull’intero territorio nazionale creando sviluppo anche nelle zone più depresse del paese. Gli autori del focus pongono l’accento anche sulle tante differenze tra il sistema di accoglienza straordinaria (Cas) e la seconda accoglienza (Sprar), sul lavoro degli operatori (spesso precari e pagati a distanza di tempo), sul diverso approccio delle amministrazioni locali. Ma centrale resta il rapporto tra i soggetti pubblici, enti locali e  terzo settore, la loro capacità di fare rete per creare nuovi modelli di sviluppo in grado di creare opportunità per i richiedenti asilo e di creare un ritorno, economico e sociale, per le comunità in cui sono ospitati.

Alla rivista, è possibile abbonarsi direttamente sul sito web dell’editore o contattando il direttore alla mail gianfranco.marocchi@co-blu.it per verificare la possibilità di offerte specifiche.

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