Migranti, sbarco nel comune alluvionato. Il sindaco: non ci sono più soldi
COSENZA - Stamane a Corigliano, una delle cittadine dell’Alto Ionio cosentino colpite dall’alluvione del 12 agosto scorso, sono sbarcati 254 migranti di diversa nazionalità, condotti in porto da una nave della guardia costiera. Nel gruppo ci sono 180 uomini, 69 donne (due incinte) e 5 minori. Lo sbarco di quest’oggi, ha generato polemiche e rimostranze da parte del sindaco coriglianese Giuseppe Geraci, il quale già da ieri aveva preannunciato che l’amministrazione non avrebbe potuto collaborare alle attività di accoglienza e primo soccorso per mancanza di fondi. “Dopo quello che abbiamo subito con l’alluvione, non abbiamo più soldi da anticipare – ha dichiarato Geraci - Come comune abbiamo risorse minime perché tutto il possibile è stato utilizzato per l’emergenza alluvione. Noi non possiamo garantire più nulla e di questo è a conoscenza la prefettura di Cosenza”.
-Il primo cittadino di Corigliano ha poi rimarcato: “Per gli sbarchi a cui abbiamo fatto fronte nei mesi scorsi abbiamo anticipato risorse comunali, spese che non ci sono ancora state rimborsate. Inoltre – ha incalzato Geraci - per l’alluvione ci siamo svenati e non abbiamo avuto aiuto da nessuno, abbiamo affrontato la prima urgenza con 300 mila euro. Poi come comune abbiamo quantificato i danni per 9 milioni, senza contare i danni delle ditte private”. Il sindaco asserisce con rammarico: “Se penso che è stata deliberata una cifra di 3,9 milioni di euro per i danni dell'alluvione rispetto agli 80 milioni richiesti, mi rendo conto che siamo ormai allo sfascio più totale”.
Questa la cronaca dell’ultimo sbarco calabrese dirottato al porto di Corigliano, citta ancora disastrata per la violenta alluvione preferragostana; un comune senza risorse che ha già speso tutto ciò che aveva per diversi altri sbarchi verificatisi nei mesi scarsi e per le attività di primo intervento nei giorni dell’alluvione. Ieri i porti di Vibo e Reggio Calabria hanno accolto complessivamente oltre mille persone, la Calabria non si tira indietro e si conferma terra d’accoglienza ma non è facile affrontare l’emergenza migratoria senza risorse, senza mezzi e con pochi volontari a disposizione. La situazione in regione si è mostrata complessa e difficile fin da quando è iniziato l’esodo senza fine delle popolazioni del Medio Oriente e dell’Africa sub-sahariana; la macchina dei soccorsi si è attivata nei maggiori porti calabresi ma, oggi, veramente siamo arrivati al colmo con lo sbarco nella città degli alluvionati che non hanno più un centesimo. (msc)