Migranti, Sea-watch: soccorsi in 43, rischiavano da domenica
Alzano le braccia verso il cielo, in direzione dell'aereo che li sorvola, e chiedono aiuto: sono le persone a bordo di un gommone grigio chiaro, sovraffollato, e con due tubolari visibilmente sgonfi. In acqua ci sono già alcune persone, forse per alleggerire il carico e rallentare l'affondaggio del natante. A mostrare le immagini video che hanno preceduto le operazioni di soccorso è l'organizzazione Sea-Watch, che in una nota conferma il salvataggio delle 43 persone migranti in difficoltà nel Mediterraneo centrale.
"Dopo diverse ore di navigazione- scrivono i responsabile dell'ong tedesca- la barca a vela Nadir dell'Ong Resqship ha raggiunto il gommone avvistato dall'aereo di ricognizione di Sea-Watch, Seabird, e soccorso tutte e 43 le persone in pericolo".
Da domenica Sea-Watch lanciava l'allarme: "Abbiamo subito allertato le autorità- scriveva ieri l'organizzazione- L'Italia sostiene che la Tunisia sia responsabile, mentre le autorità tunisine continuano a ignorare la situazione. Recentemente è stata dichiarata in pompa magna la 'zona di ricerca e soccorso tunisina'. Ne vediamo i risultati: una barca sta affondando e nessuno la soccorre".
Oggi in una nuova nota l'ong aggiunge: "Ancora una volta le Ong si ritrovano a dovere riempire i vuoti scientemente creati da Italia e Unione Europea nel Mediterraneo. Ancora una volta, senza le Ong, nessuno sarebbe intervenuto. Documentare, soccorrere, denunciare: ciò che le Ong fanno in mare continua a infastidire i governi europei e così, nelle stesse ore, la nave Geo Barents di Medici Senza Frontiere viene bloccata in porto per 60 giorni dalle autorità italiane con l'assurda accusa di avere violato la cosiddetta legge Piantedosi". Sea-Watch accusa ancora: "Ogni scusa è buona per bloccare le Ong e impedirgli di salvare quelle vite che Italia e Unione Europee vorrebbero in fondo al mare, rinchiuse in lager, abbandonate nel deserto". (DIRE)