26 ottobre 2015 ore: 15:35
Immigrazione

Migranti, Slovenia dà pieni poteri all’esercito: “una decisione che spaventa”

Il Parlamento di Lubiana ha deciso di dare poteri autonomi all’esercito che andrà ad affiancare la polizia di frontiera alle prese con un flusso inarrestabile di migranti: 67 mila sono entrati nell’ultima settimana. Nei campi la situazione è critica: “Gestione pessima e disciplina incredibile”
Migranti alla frontiera

Sono circa 14 mila i migranti nei centri di accoglienza sloveni e quasi 67 mila quelli entrati nel Paese, che ha circa 2 milioni di abitanti, dallo scorso 17 ottobre. “Ma la situazione è in continua evoluzione”, dice Luca Tornatore di Melting Pot Europa, rientrato dalla Slovenia dove ha incontrato le realtà locali che stanno aiutando i migranti in transito per capire come intervenire. In risposta a questa situazione il Parlamento sloveno ha deciso di garantire pieni poteri all’esercito consentendo ai soldati di affiancare la Polizia di frontiera nel controllare i 670 chilometri del confine con la Croazia. “Una decisione che preoccupa – dice Tornatore – perché non stiamo parlando solo dei confini e per un periodo di tempo limitato ma di poteri autonomi su tutto il territorio. In un Paese europeo non è un dettaglio da poco”. 

Flussi differenziati tra Croazia e Slovenia. “C’è quello ufficiale, i migranti che arrivano con i treni, 5/6 convogli al giorno con circa 2 mila persone a bordo ma di cui solo una parte scende alle stazioni e viene presa in carico dalla Slovenia e identificato – spiega Tornatore – Gli altri vanno a formare il flusso ‘non ufficiale’, quello che si muove lungo i ‘green borders’, un po’ come accadeva nel transito tra Ungheria e Croazia attraverso i boschi”. La Slovenia infatti ha dichiarato di poter accogliere circa 2500 mila migranti al giorno ma sono molti di più quelli che stanno transitando dai Balcani: 250 mila dalla metà di settembre a oggi, in gran parte in fuga dalla guerra in Siria, ma anche da Iraq e Afghanistan. Sia Lubiana che Zagabria hanno deciso di non fermare il flusso di persone fintantoché Austria e Germania tengono le porte aperte.

Ma cosa accade a chi entra illegalmente nel Paese? “Se li trovano vengono caricati sui bus e portati nei campi di accoglienza al confine con l’Austria con un foglio in mano con il loro nome e l’indicazione che hanno attraversato il confine illegalmente”, spiega Tornatore. 

La situazione nei campi è critica. “Spesso chi arriva nei campi di accoglienza è stremato dalla fatica, non ha mangiato per 20 o 30 ore di fila e non ha vestiti adatti al clima freddo, nei giorni scorsi c’erano 5 gradi – spiega Tornatore – ma la gestione affidata alla Croce Rossa è rigida: si mangia alle 7 e se tu arrivi prima devi comunque aspettare. C’è una disciplinarizzazione incredibile, come nel caso del campo di Sentilj al confine con l’Austria dove c’è una parte alta e una bassa e le persone non si possono muovere dall’una all’altra. Una specie di organizzazione militare che mi ha ricordato quella delle tendopoli dell’Aquila, dove non veniva somministrato caffè perché era un eccitante. Ma che bisogno c’è?”. Già nelle scorse settimane, attivisti di Melting Pot Europa erano stati nei Balcani per portare avanti #overthefortress la staffetta di solidarietà organizzata da Global Project per donare cibo, vestiti, coperte ai migranti in transito dall’Ungheria e poi aiutarli a orientarsi per proseguire il loro viaggio verso Nord. “In questo caso, l’intervento sarà diverso e riguarderà più che altro i migranti del flusso ‘non ufficiale’ quelli che si spostano attraverso i campi”, conclude Tornatore.   

Il 25 ottobre i leader europei e dei Paesi dei Balcani si sono incontrati a Bruxelles per definire un piano di cooperazione per far sì che i migranti arrivino in Germania e Scandinavia prima dell’inverno. Il presidente della Commissione europea, Jean-Claude Juncker ha dichiarato “L’imperativo immediato è dare loro un riparo, non è possibile che nel 2015 in Europa le persone siano lasciate sole, a dormire nei campi”. (lp) 

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