Migranti, solo 3.056 relocation in Europa sulle 160 mila previste
ROMA - All'11 luglio 2016 solo 3.056 richiedenti asilo sono stati ricollocati in altri paesi (843 dall'Italia e 2.213 dalla Grecia), a fronte dei circa 160 mila trasferimenti previsti dal piano europeo di "relocation" entro settembre 2017. A diffondere il dato è Save the Children, che in una conferenza a Roma ha presentato le sue raccomandazioni alle istituzioni italiane ed europee.
-"I bambini, da soli o con la famiglia, e altri gruppi vulnerabili dovrebbero avere la priorità nel quadro dei meccanismi di ricollocamento all'interno dell'Ue, attraverso procedure chiare, rapide ed efficienti - è l'appello dell'organizzazione -. Il reinsediamento, inoltre, rappresenta uno dei canali più importanti per garantire ai minori migranti un viaggio sicuro verso l'Europa direttamente dalle aree di crisi o dai paesi di transito. Gli impegni assunti in tema di reinsediamento nel quadro dell'Agenda europea sulla Migrazione e dell'accordo Ue-Turchia rimangono in gran parte inadeguati. Gli accordi prevedono il reinsediamento, dall'esterno dell'Ue agli Stati Membri della Ue, di oltre 22 mila persone che hanno diritto alla protezione internazionale. Tuttavia, dall'avvio del programma di reinsediamento nel 2015, solo 8.268 sono state finora reinsediate e soltanto 802 rifugiati siriani sono stati reinsediati dalla Turchia in seguito all'accordo UE-Turchia".
Save the Children ha chiesto inoltre alle istituzioni della Ue e agli Stati Membri di mettere in atto meccanismi di responsabilità condivisa che assicurino che tutti gli Stati Membri partecipino ai programmi di reinsediamento. In particolare, l'organizzazione chiede alla Ue di impegnarsi a reinsediare almeno il 10% dei rifugiati siriani entro la fine dell'anno. Tra le altre vie legali e sicure che permetterebbero ai migranti di raggiungere l'Europa senza porre a rischio la propria vita, l'Ong individua i visti umanitari, che le ambasciate potrebbero concedere soprattutto ai gruppi più vulnerabili, come famiglie con bambini, e il meccanismo dell'ammissione umanitaria, che garantirebbe la protezione agli sfollati interni che, non potendo godere dello status di rifugiato, non possono inoltrare richiesta di reinsediamento.
Nel mirino dell'associazione anche la politica sui rimpatri forzati o volontari, che dovrebbe essere "efficace e condivisa e che soprattutto protegga i più piccoli dal rischio di ritornare in paesi per loro poco sicuri, come Afghanistan, Iraq e Somalia, dove potrebbero essere respinti dalle proprie comunità o reclutati all'interno di gruppi armati". L'organizzazione chiede agli Stati Membri e all'Ue di porre immediatamente fine alla detenzione dei minori nei centri di detenzione, come quelli attualmente presenti in Grecia, offrendo loro opportunità di accoglienza in strutture alternative sicure e adeguate; di consentire l'accesso nei cosiddetti hotspot a Ong e attori impegnati nella protezione dei diritti dei bambini; di migliorare le procedure di identificazione e registrazione dei minori non accompagnati; di fornire a questi ultimi supporto legale e informazioni dettagliate sui propri diritti e sulle procedure per richiedere asilo.
"Un'Agenda europea sulla migrazione incentrata sulla tutela dei diritti dei bambini dovrebbe prevedere sforzi concreti, da parte della Ue e degli Stati membri, nell'affrontare le cause primarie della crisi migratoria, a partire dall'impegno per portare a termine il conflitto in Siria", secondo i responsabili di Save the Children.
L'organizzazione chiede agli Stati membri e alle istituzioni dell'Ue "di stabilire rapporti di cooperazione internazionale con i paesi terzi che salvaguardino i diritti dei migranti, in particolare dei bambini. Gli aiuti allo sviluppo devono infatti andare a beneficio delle popolazioni che ne hanno bisogno e non dovrebbero essere utilizzati come uno strumento di negoziazione per il controllo dei flussi migratori. Del resto, l'accordo Ue-Turchia dello scorso marzo non ha fatto che aggravare ulteriormente le condizioni di vita dei migranti in Grecia, che continuano a vivere nel terrore di essere rispediti in Turchia, mentre il Migration Compact approvato a giugno dalla Commissione Europea rischia di segnare irrimediabilmente il passaggio a una politica estera europea preoccupata soprattutto dal frenare l'immigrazione verso i propri confini, a discapito dei diritti umani e dei valori fondativi della stessa Europa". L'organizzazione ha annunciato inoltre un proprio programma di ricerca e salvataggio dei migranti nel Mediterraneo Centrale: VOS HESTIA, nave di Save the Children battente bandiera italiana che sarà di stanza ad Augusta e potrà soccorrere e accogliere 300 persone per volta. "Opereremo in stretta collaborazione con la Guardia Costiera Italiana, con le Autorità e con le altre Ong impegnate nel Mediterraneo con l'obiettivo di salvare vite umane, in particolare quelle dei più vulnerabili", ha commentato Valerio Neri. (DIRE)