Migranti: sostegno al centro Baobab, raccolti quasi 6 mila euro
Alcune immagini del centro Baobab di via Cupa
ROMA - Quasi seimila euro sono stati raccolti attraverso una campagna di sostegno che parte dal basso per il centro Baobab di Via Cupa. La petizione, on line dallo scorso agosto, si è trasformata in un importante strumento di finanziamento nel corso del tempo. La donazione è flessibile e da quando la campagna è stata lanciata on line sulla piattaforma buonacausa.org, ha ricevuto una sorprendente risposta da parte della cittadinanza. La cifra raggiunta, che ha superato i 5.800 euro, viene man mano dedicata all’acquisto di materiali per il centro e dei beni di prima necessità, come materassi, coperte, medicine o cibo. Movimenti che vengono rendicontati fino all’ultimo centesimo dal volontario che promuove e gestisce la pagina.
Da vari mesi il Baobab è una struttura completamente autogestita, ed è diventata un punto di riferimento importante per i migranti “transitanti” specialmente di nazionalità eritrea, sudanese, ed etiope diretti verso le frontiere nordeuropee. Ad oggi, il centro offre un posto a circa novanta persone, ma nel corso dell’anno è arrivato ad accogliere anche più di 700 migranti. Persone a cui sono stati forniti ambienti per dormire, pasti caldi, vestiario, assistenza sanitaria ed orientamento legale.
I volontari, che hanno scelto di aprire la pagina per non gestire direttamente i fondi ricevuti, ancora oggi non ricevono alcun sostegno economico o logistico dalle istituzioni. La struttura si regge infatti completamente sull’iniziativa dei singoli cittadini e sul sostegno di tante realtà presenti nella Capitale, dalle associazioni ai centri sociali, che organizzano iniziative finanziamento e serate di solidarietà. “Questa piattaforma ci consente di utilizzare i fondi ricevuti per le attività che servono per portare avanti il centro, ma anche di gestire le varie situazioni di emergenza ci troviamo a fronteggiare periodicamente - dice Gianluca Calzolari, il volontario che gestisce la petizione -. E’ una scelta precisa quella dei volontari di non gestire fondi, e in assenza di alcun sostegno istituzionale tutte le iniziative sono portate avanti dai singoli soggetti che si dedicano quotidianamente alla causa”. (Marta Menghi)