Migranti, turisti e napoletani a scuola di cucina ai Quartieri Spagnoli
NAPOLI - L’accoglienza è di casa nel negozio di ortofrutta di Tina e Angelo, la coppia napoletana ormai più famosa dei Quartieri Spagnoli. E non solo per i prezzi di frutta e verdura. Da circa dieci anni donna Tina e suo marito tengono corsi gratuiti di “cucina multietnica” a migranti, turisti e napoletani. Ogni martedì, dalle 15,30 in punto, il negozio apre le sue porte a chiunque voglia cimentarsi in cucina e contagiarsi con altre culture. Sì, perché, come sottolinea Tina Palombo: “Anche se il nostro cavallo di battaglia è la cucina tipica napoletana, qui si mescolano profumi e colori. Siamo pronti a sperimentare nel nome dell’accoglienza e del rispetto delle tradizioni culturali di tutti. Anzi le ‘eccezioni’ alla nostra tradizione culinaria non possono che arricchire i piatti”. Quando entri nel negozietto, che di martedì si trasforma in una colorata e affollatissima cucina, non puoi che sentire un’aria buona, oltre al profumino dei gustosi cibi in preparazione.
“Abbiamo cominciato per caso – spiega gli esordi di questa avventura la signora Tina – era un Carnevale di tanti anni fa e vennero a farci visita dei giovani cinesi. Ci chiesero come era cucinato un piatto tipico napoletano, ma non conoscendo né l’inglese né tantomeno il cinese, l’unica cosa che mi venne in mente fu far vedere loro praticamente quali fossero gli ingredienti. Da allora il negozio non ha porte, accogliamo tutti”. “Non si tratta solo di ‘insegnare’ qualcosa – aggiunge - ma di creare uno scambio. Quando spiego ai miei allievi stranieri come si fa la parmigiana di melanzana, chiedo poi a loro come questo particolare ortaggio viene cucinato nel loro paese. Ogni volta si crea come una magia tra le persone, tenute insieme dalla partecipazione alla stessa pratica, quella della preparazione dei pasti, e poi dalla convivialità del momento”.
E così ogni martedì è una piccola festa all’ortofrutta Angelo Scognamiglio, anche perché dopo aver spiegato come si fa un piatto e averlo cucinato, non resta che mangiare tutti insieme. “È come un rituale che si ripete” dice Tina, a cui sta a cuore che i ragazzi conoscano gli ingredienti, sappiano pulire le verdure, prendano confidenza con la varietà di frutta che ci offre la natura. Tutti la conoscono nel quartiere. “I proprietari dei negozi affianco ogni tanto si uniscono a noi. E grazie alla risonanza mediatica che abbiamo avuto negli ultimi anni, sono sempre più ormai anche i giornalisti che vengono a trovarci” sorride la donna originaria di Ponticelli.
Ogni martedì il laboratorio riesce a coinvolgere anche 10, 15 persone alla volta. Cinesi, africani, srilankesi, sono di diverse nazionalità i migranti che, grazie anche alla collaborazione con la cooperativa Dedalus e con le altre associazioni del territorio, arrivano da Tina. Chi vuole imparare a cucinare, chi a conoscere frutta e verdure, chi è semplicemente in cerca di un sorriso: c’è sempre un buon motivo per fare una capatina e magari scoprire come si cucinano i ‘friarielli’, “una verdura che esiste solo a Napoli”. (mn)