6 novembre 2018 ore: 15:11
Immigrazione

Migranti, Unhcr: oltre 2 mila i morti nel Mediterraneo quest'anno

Diciassette persone sono state trovate morte questa settimana al largo delle coste spagnole, portando a piu' di 2mila il numero delle vite perse quest'anno nel Mediterraneo. L'Alto commissario dell'Onu per i rifugiati (Unhcr), si legge in una nota...
Sbarchi, immigrati su una nave in penombra

Diciassette persone sono state trovate morte questa settimana al largo delle coste spagnole, portando a piu' di 2mila il numero delle vite perse quest'anno nel Mediterraneo. L'Alto commissario dell'Onu per i rifugiati (Unhcr), si legge in una nota dell'organizzazione, ha ripetutamente sollecitato un'azione urgente per rispondere a questa situazione.
Da diversi anni il Mediterraneo rappresenta per rifugiati e migranti la rotta marittima a maggiore rischio di decessi del mondo. Nessuno dovrebbe considerare accettabile che la situazione resti tale.

A data odierna, circa 100mila richiedenti asilo e migranti hanno raggiunto le coste europee nel 2018, segnando un ritorno ai livelli precedenti al 2014. Allo stesso tempo, le oltre 2mila morti per annegamento indicano che il tasso dei decessi si e' bruscamente innalzato, soprattutto nel Mediterraneo centrale. A settembre, una persona ogni otto che hanno effettuato la traversata ha perso la vita, soprattutto a causa della ridotta capacita' di ricerca e soccorso.

In tale contesto, l'Unhcr continua ad esprimere seria preoccupazione per le restrizioni legali e logistiche imposte ad alcune ong, inclusa l'Aquarius, desiderose di condurre operazioni di ricerca e soccorso. Tali restrizioni hanno avuto come effetto cumulativo l'assenza totale nel Mediterraneo centrale di imbarcazioni di ong preposte alla ricerca e soccorso.
Se le operazioni di soccorso delle ong nel Mediterraneo cessassero del tutto, rischieremmo di tornare alla stessa pericolosa situazione alla quale abbiamo assistito nel 2015, quando centinaia di persone sono morte in un incidente nel Mediterraneo centrale dopo l'interruzione dell'operazione navale italiana Mare Nostrum.

L'Unhcr accoglie con favore gli sforzi effettuati dalla Guardia Costiera libica nelle operazioni di soccorso, che hanno evitato la perdita di ulteriori vite. Tuttavia, essendo divenuta la principale responsabile del coordinamento delle operazioni di ricerca e soccorso in un'area che si estende fino a circa 100 miglia, la Guardia Costiera libica necessita di ulteriore supporto. Ogni nave in grado di facilitare operazioni di ricerca e soccorso dovrebbe essere autorizzata a soccorrere le persone in difficolta'.

L'Unhcr ribadisce che le persone soccorse in acque internazionali - vale a dire oltre le 12 miglia nautiche dalle acque territoriali della Libia - non dovrebbero essere riportate in Libia, che non offre le necessarie condizioni di sicurezza.

La maggior parte dei decessi e' stata registrata durante gli attraversamenti in direzione dell'Italia, rappresentando oltre la meta' di tutti i decessi registrati quest'anno, nonostante la Spagna sia divenuta la principale destinazione dei nuovi arrivi.

Piu' di 48mila persone sono arrivate in Spagna via mare, rispetto alle circa 22mila in Italia e alle 27mila in Grecia. C'e' un bisogno impellente di rompere con l'attuale impasse e con l'adozione di un approccio ad hoc per ogni imbarcazione riguardo al luogo di sbarco delle persone soccorse.

L'Unhcr ribadisce che, congiuntamente all'Iom, negli ultimi mesi l'Agenzia ha offerto una soluzione regionale che fornirebbe chiarezza e prevedibilita' alle operazioni di ricerca e soccorso.

L'Unhcr vuole altresi' rinnovare il suo appello alla comunita' internazionale affinche' affronti le cause profonde delle migrazioni forzate e i fattori di spostamento successivo che costringono le persone a intraprendere viaggi sempre piu' pericolosi e rischiosi. (DIRE)

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