15 settembre 2015 ore: 16:31
Immigrazione

Migranti, vertice Ue: un altro fallimento, pensano ai numeri non alle persone

Da Amnesty International a Save the children è unanime la condanna per il summit dei ministri dell’Interno. “Vergognoso che non si sia arrivati a un accordo su proposte modeste e già abbondantemente distanti da una risposta complessiva alla crisi dei rifugiati”
Europa: bandiera Ue in frantumi

ROMA – "L’ennesimo fallimento". Bocciano così le organizzazioni che si occupano di diritti umani e immigrazione il vertice dei ministri dell’Interno europei che si è tenuto ieri a Bruxelles. Da Amnesty International a Save the children la condanna è unanime: ancora una volta si è guardato ai numeri e non alle persone”, denunciano.

In particolare Amnesty internazional sottolinea che“ancora una volta i rappresentanti dell’Unione europea hanno vergognosamente mostrato assenza di leadership e capacità di risposta alla crisi globale dei rifugiati. Il vertice doveva esaminare una serie di proposte presentate il 9 settembre dalla Commissione europea, tra cui un meccanismo redistributivo di emergenza destinato ad alleviare la pressione sugli stati membri di frontiera, nei quali i rifugiati subiscono gli effetti di un sistema d’asilo europeo che sta andando a pezzi – sottolinea l’organizzazione -. La riunione è terminata con l’adozione della proposta, già emersa a maggio, di redistribuire appena 40.000 persone dalla Grecia e dall’Italia nel giro di due anni. I ministri dell’Interno non hanno trovato l’accordo su un numero tre volte superiore, rinviando la questione a un nuovo vertice previsto a ottobre”. Per Amnesty  le proposte sul tavolo erano “già modeste e abbondantemente distanti da una risposta complessiva dell’Unione europea alla crisi globale dei rifugiati ma i ministri dell’Interno non sono stati capaci di accordarsi neanche su quelle”. Alla vigilia del vertice l’ organizzazione aveva presentato (anche al ministro dell’Interno italiano Angelino Alfano) una serie di proposte per rimediare al fallimento del sistema europeo d’asilo, con l’obiettivo di assicurare alle persone bisognose di protezione internazionale un ingresso sicuro e legale in Europa e, qui, una vita in condizioni di sicurezza e dignità.“L’Unione europea sta presentando la redistribuzione come la soluzione alla crisi dei rifugiati. A parte l’inadeguatezza del contenuto, questa misura non potrà essere una soluzione duratura per aiutare richiedenti asilo e rifugiati  - sottolinea Iverna McGowan, direttrice ad interim dell’Ufficio di Amnesty International presso le Istituzioni europee - . La gravità della situazione nei paesi di primo arrivo può essere risolta consentendo l’accesso in tutta l’Unione europea attraverso percorsi legali e sicuri e prevedendo il reciproco riconoscimento dello status di rifugiato. Ciò che serve è un totale ripensamento dell’approccio dell’Unione europea all’asilo, non nuove barriere e altri bisticci sulle quote”.

Anche Save the Children esprime grande delusione per le mancate decisioni e azioni concrete in aiuto a migliaia di bambini e loro famiglie in condizioni sempre più drammatiche. “Siamo fortemente delusi per l’inaccettabile lentezza delle decisioni dei nostri leader europei – scrive l’organizzazione -. Ieri a Bruxelles i ministri hanno fallito una volta di più nel prendere immediate e concrete misure per risolvere la crisi, mentre miglia di bambini soli o con le loro famiglie arrivati in Europa non sono assistiti in alcun modo o sono stipati in strutture di accoglienza assolutamente inadeguate, e in alcuni casi inumane, in Grecia e lungo la rotta balcanica. Siamo molto allarmati anche per i bambini intrappolati nel caos dovuto alla chiusura delle frontiere – aggiunge - da parte di alcuni paesi europei e a seguito del quale migliaia di minori, anche piccolissimi, sono costretti a dormire all’aperto, esposti al rischio di ammalarsi e di essere vittime di trafficanti, violenze e sfruttamento”. L’organizzazione sottolinea inoltre che sono 5 le cose da fare per “fermare questa crisi umanitaria”: proseguire le operazioni di salvataggio in mare; dare vita ad un sistema di accoglienza e protezione europeo, con standard che assicurino il rispetto dei diritti umani e della dignità e con una particolare attenzione dedicata ai bambini, i più vulnerabili. Impegnare i Paesi europei in un intervento organico di riallocazione dei profughi che giungono in Europa – a partire dall’accordo sulle quote oggi proposto da Juncker – e di re-insediamento di profughi direttamente dai paesi di origine o di transito, accogliendo ad esempio, nel caso della Siria, almeno il 5% dei rifugiati. Attivare strade sicure e legali, alternative ai trafficanti, per ottenere diritto di asilo in Europa, attraverso visti umanitari, il potenziamento delle procedure di ricongiungimento familiare, sempre a tutela del superiore interesse dei minori, scongiurando il ricorso a forme di detenzione, deportazione o respingimento. E, infine, intervenire sulle cause primarie della crisi, rafforzando gli aiuti e la cooperazione e l’impegno diplomatico per la soluzione negoziata dei conflitti in Siria, Libia e in altri paesi. Secondo le stime di Save the Children, dal 1 gennaio al 14 settembre 2015 sono arrivati via mare in Italia circa 122.530 migranti, tra cui almeno 12.175 minori. Tra questi ultimi, circa 3.410 sono accompagnati e in prevalenza siriani ed eritrei, mentre i minori non accompagnati sono almeno 8.760, principalmente eritrei, somali ed egiziani, ma anche originari di altri paesi dell’Africa sub-sahariana e occidentale.

Sulla stessa scia anche Medici senza frontiere (Msf) che parla di discussioni che “continuano a focalizzarsi sulla protezione delle frontiere, la costruzione di centri di smistamento e la ripartizione di un numero simbolico di richiedenti asilo fra gli stati membri dell'Ue”. “I ministri dell’UE si concentrano soprattutto sui numeri,– afferma Loris De Filippi, presidente di Msf Italia - ma dimenticano che le persone che arrivano in Europa non sono numeri ma persone con bisogni umani come acqua, cibo, alloggio, cure mediche e protezione. Sono questi i bisogni che devono urgentemente trovare risposta.”Alla vigilia del vertice anche Medici Senza Frontiere aveva consegnato ai 28 leader europei – tra cui il presidente del Consiglio Renzi – una lettera aperta e un giubbotto di salvataggio tra quelli recuperati nelle operazioni di soccorso in mare, con la nostra richiesta di aprire vie legali e sicure per tutte le persone in fuga verso l’Europa.

 

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