17 giugno 2015 ore: 17:36
Immigrazione

Milano contro Alfano: "Senza coordinamento nazionale sarà sempre emergenza"

Oltre mille i posti letto e 11 i centri di accoglienza allestiti insieme al terzo settore. "Ma non sappiamo quanti ne arriveranno nelle prossime ore o nei prossimi giorni. Il ministero non ci avvisa degli arrivi". Da domani cambia tutto nella prima accoglienza in Stazione.

MILANO - Questa notte nei centri d'accoglienza allestiti da Comune di Milano ed enti del terzo settore hanno dormito 1.150 profughi. Con l'apertura oggi del Cara in via Corelli sono 11 le strutture disponibili. Ma tutto è ancora sotto il segno dell'emergenza e dell'incertezza "perché non esiste un coordinamento nazionale e quindi non sappiamo quanti profughi arriveranno nelle prossime ore o nei prossimi giorni", spiega Pierfrancesco Majorino, assessore alle politiche sociali del Comune. "Se tutti i migranti che sono alla stazione Tiburtina di Roma decidessero di venire a Milano non sapremmo dove metterli". La colpa di tanta disorganizzazione nazionale? Majorino lo ripete da mesi: del ministro dell'Interno Angelino Alfano. "Stiamo cercando di fare miracoli -aggiunge l'assessore durante la conferenza stampa indetta nella Galleria della Carozze della Stazione Centrale, dove è stata allestita la prima accoglienza-. Ma anche i miracoli hanno dei limiti. Solo una volta ho ricevuto una telefonata dal Ministero che mi annunciava l'arrivo di profughi su un treno. Ed si è rivelata poi sbagliata". Per fortuna che c'è il terzo settore e la solidarietà di tanti cittadini, che stanno donando cibo in scatola e vestiti. Per sabato 20 giugno, Giornata internazionale dei rifugiati, a Milano "ci saranno diverse azioni solidali", annuncia l'assessore. In particolare la raccolta di indumenti usati in alcuni punti della città. "Siamo particolarmente colpiti dalla generosità dimostrata dai milanesi in queste settimane", aggiunge. 

Dal punto di vista logistico, da domani cambierà tutto in Stazione Centrale. La prima accoglienza (per la distribuzione di cibo, acqua e lo smistamento dei profughi nei centri) sarà allestita in alcuni locali dismessi delle Ferrovie dello Stato sul lato destro della Stazione, in via Ferrante Aporti, dove stazionano gli autobus diretti agli aeroporti. Saranno quindi liberati i negozi-box trasparenti nella Galleria delle Carozze che da alcuni giorni erano diventati il punto di ritrovo per i profughi appena arrivati in stazione, dopo la chiusura (sabato scorso) del mezzanino sopra la biglietteria. Intanto dovrebbero iniziare i lavori di ristrutturazione dei locali del dopolavoro ferroviario (sul lato sinistro della stazione, in via Sammartini), che dovrebbe diventare definitivamente il punto di prima accoglienza fino a quando ci sarà l'emergenza profughi. "È nostra intenzione, inoltre, chiudere a turno i centri di accoglienza così da non gravare sempre sui quartieri in cui si trovano", spiega Majorino. 

Funziona a pieno ritmo anche il presidio sanitario di Asl e Croce rossa italiana in Stazione. Da venerdì scorso a oggi sono state visitati 246 adulti e 12 bambini. "80 avevano problemi di scabbia -spiega Franco Ciconali, responsabile dell'ambulatorio-. E 50 altre patologie della pelle. C'è chi aveva anche ferite dovute alle torture subite nelle carceri libiche. In generale i siriani hanno problemi da stress e nessun caso di scabbia, gli eritrei invece hanno più patologie della pelle, causate dalle condizioni di viaggio". (dp)

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