10 luglio 2015 ore: 17:23
Immigrazione

Milano, inaugurato l'hub per l'accoglienza dei profughi nell'ex dopolavoro ferroviario

Il sindaco Pisapia: "Milano sta dimostrando di sapere coniugare l’accoglienza e la generosità con il decoro urbano". Toni soddisfatti, dopo mesi di richieste inascoltate a Grandi Stazioni e Ferrovie dello Stato perché mettessero a disposizione delle strutture
Rifugiati, profughi eritrei in fila

MILANO - Dopo 20 mesi e oltre 70 mila profughi transitati da Milano, finalmente alla Stazione Centrale è stato inaugurato oggi un vero primo punto di accoglienza dignitoso, un hub come lo definisce il Comune. È stato ricavato nell'ex dopolavoro ferroviario, sotto il ponte di via Tonale: 500 metri quadri, con un ambulatorio, uno spazio per i giochi dei bambini e i bagni. Ci saranno anche dei computer per permettere ai profughi di inviare mail o chattare con i parenti rimasti nel Paese d'origine. Funzionerà da punto di ristoro e di smistamento delle persone nelle 7 strutture di accoglienza: Aldini e Mambretti (gestiti Progetto Arca), Casa Suraya (Cooperativa Farsi Prossimo), ex –Cie di via Corelli (Gepsa) e Cara di via Corelli (Croce Rossa), XXV Aprile (City Angels) e Binario 21 Memoriale della Shoah (Comunità Sant’Egidio), per un totale di circa 1.300 posti letto.

"L’apertura degli spazi dell’ex Dopolavoro ferroviario di via Tonale è un passo importante e rappresenta una risposta all’Europa per quanto riguarda l’emergenza profughi -ha affermato il sindaco Giuliano Pisapia durante l'inaugurazione-. Milano, che come tutta l’Italia, e forse più di altri, sta affrontando da oltre venti mesi i continui sbarchi di decine di migliaia di persone provenienti da diversi Paesi in cui ci sono situazioni drammatiche e di disperazione, sta dimostrando di sapere coniugare l’accoglienza e la generosità con il decoro urbano. Due esigenze primarie. Ancora una volta la città ha saputo mettere in campo le sue energie migliori grazie a un impegno condiviso di tutti i soggetti: istituzioni,  cittadini, associazionismo, volontariato, Prefettura, Ferrovie dello Stato, Grandi Stazioni, Forze dell’Ordine, Polizia Locale, Genio Militare dell’Esercito, Protezione Civile, Asl”. Toni comprensibilmente soddisfatti, anche se si è arrivati a questa soluzione dopo che per mesi l'assessore Pierfrancesco Majorino ha chiesto a Grandi Stazioni e Ferrovie dello Stato la disponibilità di locali per accogliere i profughi. Situazione che si è sbloccata solo a maggio, quando è aumentato il flusso dei profughi e anche il tono delle polemiche tra Regione, Governo e Comune.

Per mesi i profughi sono stati accolti nel mezzanino della Stazione, poi a maggio per alcuni giorni nei negozi in allestimento nella Galleria delle Carrozze e, infine, in piazza Luigi di Savoia in locali delle Ferrovie. Da oggi e per tutta l'estate, il punto di riferimento per i profughi in arrivo a Milano è l'ex dopolavoro. "In media nelle strutture di accoglienza rimangono quattro giorni -spiega Alberto Sinigallia, presidente di Progetto Arca, una delle onlus che gestisce due centri-. Finora complessivamente solo 270 hanno fatto richiesta d'asilo, tutto gli altri sono ripartiti verso il nord Europa".

Nell'ex dopolavoro ferroviario sono coinvolte diverse associazioni, oltre ai volontari del Comune di Milano e agli operatori di Progetto Arca. Di far giocare i bambini si occupano Save the Children e Albero della Vita, mentre Terre des Hommes distribuirà kit di igiene personale, bottigliette di acqua e metterà a disposizione un mediatore culturale. Grazie a Informatici senza frontiere invece ci saranno computer e connessione a internet. (dp)

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