7 febbraio 2017 ore: 13:56
Società

Milano, intesa tra comune e musulmani: la proposta del nuovo direttore del Caim

Omar Jibril, ingegnere di 33 anni, è stato eletto dall'assemblea del Coordinamento di 30 associazioni musulmane di Milano e Monza. Succede a Davide Piccardo. "Con l'annullamento del bando sulle moschee Milano ha perso un'occasione, ma il dialogo deve continuare". Il protocollo stabilirebbe "diritti e doveri reciproci"
Musulmani pregano in moschea

MILANO - "Vorrei arrivare a un protocollo d'intesa con il Comune di Milano sui diritti e doveri reciproci": Omar Jibril è il nuovo direttore del Coordinamento delle comunità islamiche di Milano e Monza (Caim), al quale aderiscono 30 associazioni religiose. Ingegnere edile, 33 anni, sposato con figli, di origini "sardo-egiziane", è stato eletto dall'assemblea del Caim il 3 febbraio scorso e succede a Davide Piccardo, che per anni ha rappresentato una parte delle comunità musulmane di Milano. "In Comune esiste già l'albo delle associazioni religiose - aggiunge Jibril -. Sarebbe importante svilupparlo. Visto che a livello nazionale si fa fatica ad arrivare ad un'intesa tra lo Stato e le comunità musulmane, si potrebbe cercare di stendere un protocollo a livello locale". 

Nel capoluogo lombardo rimane tuttora irrisolta la questione della costruzione di una o più moschee. La giunta di Giuliano Pisapia ha tentato la strada di un bando per l'assegnazione di tre aree pubbliche, naufragato con l'approvazione della Legge regionale anti moschee. Tra i partecipanti al bando anche alcune associazioni del Caim, che hanno vinto l'assegnazione di due aree, ma che si sono viste svanire il sogno di un luogo di culto dignitoso e riconosciuto nel giugno scorso, quando la nuova giunta di Palazzo Marino, guidata da Beppe Sala, ha annunciato l'annullamento di tutta la procedura per colpa della legge regionale. "È chiaro che Milano ha perso un'occasione - sottolinea Omar Jibril -, sarebbe però sciocco chiudersi in se stessi. Il lavoro deve continuare, bisogna capire se ci sono stati errori da entrambe le parti e capire che soluzioni si possono trovare. Il nostro obiettivo è di avere luoghi di culti e il riconoscimento che i musulmani sono cittadini come gli altri". La Bangladesh cultural & welfare association, che fa parte del Caim, nel novembre scorso ha presentato ricorso contro il comune di Milano per l'annullamento del bando. "Il ricorso ovviamente va avanti - aggiunge Jibril - , ma a noi preme anche continuare nel dialogo con l'amministrazione comunale". 

Omar Jibril fa parte di quella generazione di musulmani nati e cresciuti in Italia. "Molti sono cittadini italiani - aggiunge - . Anche quando ero impegnano nell'associazione dei Giovani musulmani d'Italia mi sono occupato dell'interazioni tra generazioni. Hanno due ottiche diverse: la prima generazione ha affrontato tanti sacrifici e tende a sentirsi ospite o adottato dall'Italia, le secondo generazioni si sentono ovviamente parte di questo Paese e vogliono dire la loro in tutti gli ambiti della vita sociale, civile e politica". Come direttore del Caim, Jibril non deve solo mediare tra generazioni, ma anche tra circa 50 nazionalità diverse, tante sono quelle presenti nelle comunità musulmane di Milano. "Ci unisce la fede -sottolinea-. E la fede noi la intendiamo sia dal punto di vista strettamente religioso, come la preghiera o il Ramadan, sia sul piano civile e politico. Non per tutti è facile aprirsi al mondo, ciò comporta una mediazione su tanti temi". Il Caim è stato spesso accusato di essere vicino alla corrente integralista dei Fratelli Musulmani. "A questo io rispondo dicendo che sono vicino a tutte le correnti di pensiero, il fatto di aver a che fare con comunità multinazionale mi porta ad accogliere e rispettare i diversi approcci alla religione. È chiaro che non possono far parte del Caim ideologie o posizioni contrarie alla Costituzione italiana". (dp)

© Riproduzione riservata Ricevi la Newsletter gratuita Home Page Scegli il tuo abbonamento Leggi le ultime news