Milano, l'Istituto a custodia attenuata per madri detenute cerca una nuova sede
MILANO – L'Istituto a custodia attenuata per madri detenute (Icam) di Milano cerca casa. Da quando il 31 gennaio 2014 è entrata in vigore la nuova legge 62 del 2011 sulla detenzione delle madri, servono le stanze della struttura si sono fatte d'improvviso troppo piccole. "L'Istituto è stato pensato per bambini da zero a tre anni, mentre la normativa apre il carcere per bambini fino ai 10", spiega Giovanna Longo del Provveditorato dell'amministrazione penitenziaria (Prap). Ad oggi sono dieci mamme e dieci bambini ad alloggiare nella struttura. Ma nel futuro l'Icam dovrà avere un posto anche per i padri in visita. "Non ci sono risorse, una legge per decollare ha bisogno di denaro e ora non c'è n'è", commenta ancora Longo. Allora la funzionaria del Prap fa appello a Comune e Provincia per poter ricevere in gestione un bene confiscato oppure un'ex scuola, "due spazi che avrebbero anche un valore simbolico", aggiunge.
La normativa del 2011 è ambiziosa, secondo Longo: l'obiettivo è migliorare le condizioni delle mamme in carcere attraverso tre strutture. Oltre all'Icam, di cui l'esempio milanese è una sperimentazione, prevede anche asili all'interno degli istituti e il passaggio in una casa protetta dove andare finito il periodo di reclusione. A finanziare queste ultime saranno gli enti locali. "Siccome parliamo comunque di numeri piccoli, è inutile creare nuove strutture. Bisogna valorizzare quello che c'è con nuove convenzioni e finanziamenti", precisa Longo, che difende l'operato delle associazioni impegnate sul tema carcere in Lombardia.
Accanto all'allargamento dell'Icam, a seguito della nuova legge il Prap sta lavorando anche alla ristrutturazione di un braccio del carcere di Bollate per ospitare un istituto simile. "È il carcere più idoneo a recepire struttura di questo genere come modello sempre quello dell'Icam", conclude Longo. (lb)