Milano, Naga presenta esposto per il Cpr di via Corelli
ROMA - Un esposto alla Procura della Repubblica di Milano, per chiedere accertamenti sulle reponsabilità di violenze e malfunzionamenti all'interno del Centro di permanenza per il rimpatrio di via Corelli 28: lo ha presentato ieri il Naga, con l'avvocato Eugenio Fosco. L’associazione è venuta a conoscenza di quanto messo all’attenzione della Magistratura attraverso messaggi audio e video e foto provenienti da persone trattenute nel centro nel periodo tra il 10 e il 18 febbraio. A seguito delle segnalazioni, sono avvenuti tre accessi alla struttura, per accertare la situazione: rappresentanti del Naga e della rete Mai Più Lager – No ai CPR hanno accompagnato il consigliere regionale Luca Paladini, rispettivamente domenica 11 febbraio e il consigliere regionale Paolo Romano venerdì 16 e sabato 17 febbraio.
I fatti a cui l’esposto si riferisce, riassunti in un report sintetico, sono avvenuti in un periodo in cui il ramo d’azienda di Martinina srl che gestiva il centro era già stato sequestrato su richiesta della Procura della Repubblica di Milano: richiesta accolta dal GIP il 21 dicembre 2023. Da quel giorno, il CPR è quindi sottoposto tramite il Commissario al controllo della Magistratura. Tuttavia, nel CPR continuano a verificarsi episodi di violenza. “Siamo molto preoccupati – afferma Riccardo Tromba, presidente del Naga –Nonostante il commissariamento fosse motivato dalla necessità di interrompere la situazione di illegalità vigente nel centro, nella vita quotidiana delle persone rinchiuse nel CPR non sembra esserci stato nessun cambiamento tangibile. Anche nel periodo successivo ai tre accessi di febbraio, il nostro centralino SOS CPR ha continuato infatti a ricevere segnalazioni di gravi irregolarità, che mettono a rischio la salute dei trattenuti e la tutela giuridica dei loro diritti”.
Il Naga riferisce due recenti casi esemplari: “lcuni video pervenuti mostravano una persona abbandonata a se stessa vagare nei locali e nel cortile, totalmente incapace di gestirsi ed evidentemente imbottita di sedativi. Un ragazzo molto giovane ha denunciato di essere stato rimpatriato senza che la sua domanda di protezione internazionale fosse stata valutata, perché un’operatrice del centro gli avrebbe impedito di manifestare la volontà di presentarla. Nemmeno la gestione commissariale sembra essere stata in grado di garantire i diritti minimi e inalienabili e il rispetto della dignità delle persone: a maggior ragione, non è sicuramente verosimile che il ventilato ampliamento e affidamento a nuovo gestore privato possa migliorare la situazione - prosegue Tromba - Al fine di evitare il ripetersi dei trattamenti disumani e degradanti che vengono segnalati fin dalla sua riapertura come centro di detenzione amministrativa nel settembre del 2020, l’esposto presentato dal Naga si chiude perciò con la richiesta di sottoporre a sequestro preventivo l’intera struttura con l’effetto di chiuderla”.
Conclude Tromba: “La nostra attività di osservazione del CPR di Milano non finisce certamente con questo esposto: a fronte della necessità di svolgere lavori di ristrutturazione e di avviare la procedura per affidare la gestione del centro a un nuovo ente, vogliamo ribadire con forza il nostro appello a tutte le organizzazioni della società civile a vigilare su quanto accadrà, a tutela non solo dei diritti delle persone straniere ma di quelli dell’intera cittadinanza”.