Milano verso il voto: casa, sicurezza e la voglia di una città inclusiva
-MILANO - Una città inclusiva, solidale, rispettosa dei diritti e delle minoranze: è l'obiettivo a cui dovrà tendere il nuovo sindaco, secondo il variegato mondo delle associazioni, del volontariato, delle cooperative sociali e della società civile che Redattore sociale ha sentito in queste settimane. Le "Idee per Milano" espresse da una significativa parte del terzo settore meneghino coniugano principi e concretezza. E al primo posto tra i problemi che il nuovo sindaco dovrà affrontare quasi tutte indicano quello della casa. Dalle associazioni cattoliche a quelle islamiche, dai sindacati degli inquilini agli enti che gestiscono le mense per i poveri, ogni giorno hanno a che fare con il dramma delle famiglie sfrattate. Chiedono una politica della casa seria, con più risorse e più impegno da parte delle istituzioni. I 10 mila alloggi sfitti delle case popolari a cui si aggiungono i 70 mila dell'edilizia privata sono uno scandalo.
L'altro grande tema indicato dal terzo settore è quello della città metropolitana, che il nuovo sindaco di Milano sarà chiamato a guidare. Al più presto va chiuso il percorso che individui con esattezza le sue competenze e le risorse a disposizione. Ed è chiarissimo che tanti temi anche sociali, come per esempio quello dell'accoglienza dei profughi, potranno essere affrontati con più efficacia in una dimensione metropolitana.
La solidarietà non deve andare a discapito del riconoscimento dei diritti. Sono due dimensioni diverse, avvertono le associazioni. E così è un diritto per ogni confessione religiosa poter costruire o aprire un luogo di culto (lo dicono in particolare le associazioni cattoliche in favore di quelle musulmane), come per i rom di esistere nel rispetto della propria cultura. E più riconoscimento dei diritti lo chiedono le associazioni che si occupano di disabilità.
A sorpresa, poi, molte associazione ritengono che una delle priorità che dovrà affrontare il nuovo sindaco è quello della sicurezza, in particolare nelle periferie. Le situazioni di degrado, di illegalità, di spaccio colpiscono in primo luogo le famiglie più vulnerabili, che vivono nei quartieri più difficili. Certo non bastano le forze dell'ordine, ma la loro presenza è indispensabile. Insieme ai progetti sociali.
Sugli appalti e i bandi è un coro unanime: basta gare al massimo ribasso. Inquinano il "mercato" e il risultato finale sono servizi più scadenti e personale pagato poco e male. Nei progetti sociali lavorano persone con professionalità alte (educatori, psicologi, psichiatri, manager) e come tali vanno remunerate.
infine, con la Giunta Pisapia i rapporti tra terzo settore e amministrazione comunale sono migliorati. Alcuni tavoli di lavoro hanno funzionato (come quello sulla disabilità). Chi si insedierà a Palazzo Marino, di qualunque tendenza politica sia, prima di fare tabula rasa chieda alle associazioni: non ha senso ricominciare tutto daccapo se qualcosa di buono è già stato fatto. (dp)