Minacce alla Caritas: "restiamo vicini agli ultimi, è il nostro mandato"
Oliviero Forti
Roma - Minacce e provocazioni xenofobe alla Caritas in 10 diocesi del nord Italia per il lavoro di accoglienza e integrazione che svolge. Sagome tricolori di morti e manifesti funebri contro lo ius soli che condannano "il favoreggiamento di un'invasione pianificata di orde di immigrati extracomunitari" sono state posate dagli estremisti di Veneto Fronte Skinheads.
Oliviero Forti, capo ufficio immigrazione Caritas italiana, e' intervenuto sul tema ai microfoni della trasmissione 'Ho scelto Cusano', condotta da Gianluca Fabi e Livia Ventimiglia, su Radio Cusano Campus (www.unicusano.it). "Abbiamo a che fare con personaggi che rappresentano la parte meno nobile del nostro Paese- ha affermato Forti- Sarebbe bello avere un confronto per spiegargli il nostro operato quotidiano, al di la' del fatto di appartenere alla Chiesa italiana. In maniera confusa, banale, si e' voluto associare la nostra attivita' con le recenti celebrazioni collegate alla guerra mondiale. Sono persone improvvisate rispetto al tipo di messaggio che si vuole mandare, che non e' certo cosi' chiaro nei fatti. Dal punto di vista motivazionale queste cose rafforzano il nostro operato. Sono segnali che ci dicono che forse dobbiamo lavorare di piu' e meglio sul piano culturale perche' se non siamo riusciti ad arrivare a certe persone vuol dire che c'e' qualcosa che non va in questo Paese dal punto di vista culturale. Invitiamo questi giovani a visitare i nostri centri e magari a darci una mano. I nostri volontari non sono spaventati, perche' siamo abbastanza attrezzati e corazzati per affrontare queste situazioni. Ci auguriamo solo che questi atti finiscano qui. Il nostro mandato e' preciso: stare vicino agli ultimi".
Oliviero Forti |
"Noi siamo un network mondiale- ha spiegato Forti- quindi ogni vicenda che accade e' di nostro interesse e ha dei riflessi. Gli attentati a Parigi e in Libano sono lo specchio di una situazione internazionale grave, che ha dei riflessi soprattutto sul tema della mobilita' delle migrazioni. C'e' confusione nel dibattito politico. Si fa fatica a mettere in ordine cio' che sta accadendo, che ha un senso. Spesso invece il dibattito e' schiacciato su delle banalita'. I problemi si riconducono al fatto che molti migranti sono di religione islamica, che si spendono 35 euro per migrante. Sono notizie non solo false ma che fanno distrarre dalle vere questioni". (DIRE)