27 ottobre 2017 ore: 12:18
Immigrazione

Minori migranti, da Terre des Hommes supporto psicosociale nell'accoglienza

Dal 2012 la Fondazione Terre des Hommes Italia (Tdh) e' in Sicilia con il programma Faro, "l'unico modello di supporto psicologico e psicosociale nel primo soccorso e nell'accoglienza che si realizza attraverso interventi e iniziative volte...

Roma - Dal 2012 la Fondazione Terre des Hommes Italia (Tdh) e' in Sicilia con il programma Faro, "l'unico modello di supporto psicologico e psicosociale nel primo soccorso e nell'accoglienza che si realizza attraverso interventi e iniziative volte ad accompagnare il minore ad orientarsi nel nuovo contesto, a recuperare fiducia nella propria persona, a riattivare le proprie risorse di coping e a riprogettare la sua presenza nel Paese". Un'esperienza importante che sara' raccontata domani da Federica Giannotta, responsabile Advocacy e Programmi Italia di Terre des Hommes, al convegno 'Narrazione, trauma e salute: dall'individuo alla societa', a Roma nella Sala Congressi via Rieti dalle 8.30 alle 19.

"Lavoriamo nell'anello della prima accoglienza che va dal porto all'hotspot, fino ai centri di prima accoglienza. Al momento- spiega Giannotta alla Dire- abbiamo due equipe mobili e multidisciplinari composte da uno psicologo con un'esperienza etnopsicologica, una mediatrice culturale e un antropologo e/o sociologo. Un'equipe copre la provincia di Ragusa e l'altra le province di Catania e Siracusa. L'anno scorso abbiamo avuto anche la fortuna, grazie a un finanziamento maggiore, di poter avere per un semestre del 2016 un'equipe totalmente dedicata al porto di Augusta, che quest'anno non e' stata riattivata". Terre des Hommes Italia restera' in queste aree anche nel 2018. "Ciascuna delle due equipe segue ogni anno un centinaio di minori psicologicamente piu' vulnerabili e li accompagniamo nel medio-lungo periodo. Ovviamente i contatti-persona sono molti di piu'. Arrivano soprattutto giovani dai 16 ai 18 anni- racconta l'esperta- e attualmente c'e' un aumento delle ragazze nigeriane, mentre i ragazzi sono perlopiu' subsahariani. Trattiamo, inoltre, le famiglie con i bambini. A Pozzallo abbiamo rilevato diversi familiari che fuggivano dal proprio paese per salvare le nipotine dalla mutilazione genitale femminile. Adesso registriamo anche un arrivo dalla Tunisia, soprattutto di adulti, legato alle ultime vicissitudini nel paese con l'indulto e l'apertura delle carceri".

Le principali problematiche psicologiche vanno da "un disorientamento piu' o meno grave, alle depressioni, atti o comportamenti che possono portare all'autolesionismo, attacchi di panico e flessioni del tono dell'umore. Non e' il viaggio in mare a traumatizzarli- spiega l'esperta- perche' di solito la violenza e' stata vissuta prima, come l'aver abbandonato la famiglia perche' perseguitati. In Libia tutti hanno subito violenze, torture piu' o meno efferate e stati di detenzione. Il viaggio in mare puo' rappresentare un ultimo tassello traumatico se succede qualcosa: un naufragio o una morte". Infatti, la frustrazione e il senso di colpa emergono "se c'e' stato un naufragio e quindi il superstite ce l'ha fatta e si sente in colpa. Abbiamo constatato che il minore non racconta mai alla sua famiglia quello che ha attraversato, c'e' un non detto, un forte senso di vergogna nel rivelare ai genitori che si e' dovuto sopravvivere a una serie di vicissitudini alle quali mai un padre o una madre avrebbero pensato di sottoporre il proprio figlio. Un altro elemento e' la ritraumatizzazione da parte dei centri- continua la responsabile advocacy per la TdH- che si verifica se si lasciano per 13 mesi i minori in un centro, com'e' successo. Nei nostri rapporti abbiamo scritto dei picchi di presenze fino a 18 mesi in una prima accoglienza che deve durare massimo 90 giorni. Se poi in questi centri non si attivano tutti quei servizi alla persona necessari per aiutarla a riattivare le sue risorse interne e a riprogettare il futuro in un nuovo contesto, questo li ritraumatizza".

Terre des Hommes Italia promuove un raccordo con tutti i servizi del territorio, collabora anche con ambulatori specializzati come quello di etnopsichiatria dell'Asp di Catania. "Quando rileviamo che in un centro le condizioni non sono adeguate- conclude Giannotta- andiamo ai servizi sociali per attivare i controlli. Siamo l'antenna che parla con il territorio". Ecco la guida sul modello Faro, presentata a Palermo con l'assessorato alla Salute.

Il convegno e' gratuito ed e' promosso dalla Societa' Italiana per lo Studio dello Stress Traumatico (Sisst), l'Istituto di Ortofonologia di Roma (IdO) e il Dipartimento di studi umanistici e internazionali dell'Universita' di Urbino (Discui). Saranno rilasciati gli attestati di partecipazione.

Per informazioni e prenotazione, poiche' i posti sono limitati, scrivere a convegno28ottobre@ortofonologia.it. E' possibile vedere tutto il programma qui http://ortofonologia.it/allegati/Locandina%20Trauma%2028ott.pdf. (DIRE)

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