Minori migranti, la situazione non migliora all’arrivo: procedure lente e rischi di abusi
- ROMA - L’indagine di Reach e Unicef affronta il tema dei bambini arrivati in Italia e in Grecia nel 2016 e nel 2017, indagando sulle cause che li hanno costretti a partire e sui mille rischi e violenze affrontate lungo il viaggio. Ma non solo: il rapporto cerca di capire anche le problematiche e le loro condizioni una volta arrivati in Europa.
“Tutti i minorenni affrontano delle sfide per portare a termine i loro obiettivi – si legge nell’indagine -, visto che per avere accesso alla documentazione, anche ai permessi di asilo e soggiorno, è necessario un tempo maggiore rispetto a quello previsto e le vie legali sono intrinsecamente lente. Nel frattempo, i bambini rimangono esclusi dall’istruzione e spesso cercano di raggiungere i loro scopi in modo irregolare, rischiando di incorrere in abusi e sfruttamento”.
Accesso alla protezione internazionale: un’attesa di anni. I minorenni che desiderano rimanere in Italia o in Grecia e costruirsi una vita lì attendono per mesi, o anche anni, prima di ricevere uno status legale nel paese, spesso esposti a rischi per la protezione e ad abusi. “In Italia, la mancanza di uno status legale comporta che gli adolescenti fra i 16 e i 17 anni non possano lavorare, rischiando perciò di diventare sempre più marginalizzati e isolati nelle strutture di accoglienza. In Grecia, l’incertezza circa la permanenza legale dei minorenni e la sensazione di essere intrappolati in un limbo porta sempre più i minorenni a soffrire di ansia e disturbi di salute mentale”.
In entrambi i paesi, la durata delle procedure per la determinazione dello status preoccupa particolarmente i ragazzi fra i 16 e i 17 anni, in quanto temono di raggiungere la maggiore età prima che il loro caso giunga a termine, rischiando di perdere la possibilità di richiedere un permesso di soggiorno per minorenni.
I rischi per la protezione. Sia in Italia che in Grecia, è stato riscontrato un elevato rischio di incorrere in abusi per i minorenni, in quanto spesso non comprendono perché le procedure siano così lunghe e si affidano dunque a mezzi irregolari per raggiungere i loro obiettivi. I minorenni in Italia abbandonano le strutture d’accoglienza e spesso finiscono a vivere in punti d’incontro informali con un accesso limitato a un rifugio ed esposti a rischio di sfruttamento. In Grecia, i rischi per la protezione e gli abusi, fra cui lo sfruttamento sessuale, sembrano avvenire sia all’interno di centri d’accoglienza aperti sia fuori dai rifugi nelle aree urbane.
Accesso alle vie legali per proseguire il viaggio. I minorenni arrivati in Italia o in Grecia che decidono di proseguire il viaggio attraverso vie legali spesso si trovano bloccati in transito per mesi o anche anni mentre aspettano che la loro richiesta di riunificazione familiare o di ricollocamento venga esaminata. “Questo significa che i bambini perdono molto tempo in uno stato di limbo e, come conseguenza, diventa sempre più probabile che cerchino di lasciare il paese in maniera irregolare. Questo potrebbe esporre i bambini a un grave rischio di sfruttamento, mentre cercano mezzi per pagarsi il viaggio verso Nord”, si legge.
Accesso all’istruzione. Per molti bambini, la possibilità di proseguire il loro percorso formativo è uno dei motivi principali del viaggio verso l’Europa. Ma, una volta arrivati in Italia e in Grecia, per avere accesso all’istruzione i bambini affrontano diverse sfide, che coinvolgono sia i bambini che vogliono rimanere in Italia e in Grecia a lungo termine sia quelli che vorrebbero continuare il loro viaggio. “Per i minorenni che vogliono rimanere in Italia o in Grecia, l’accesso limitato all’istruzione comporta difficoltà a integrarsi nella società. Per i minorenni che vogliono proseguire il viaggio, la possibilità di andare a scuola è importante sia per portare una quotidianità nelle loro vite, sia per assicurare che non venga sottratto tempo alla loro istruzione mentre aspettano di proseguire il viaggio attraverso vie legali”.