Minori non accompagnati, Caritas Roma chiede un organo centrale per l'accoglienza
MILANO - Più tutele per i minori non accompagnati e un organo centrale che gestisca la loro accoglienza e ne accerti l'età. Sono due delle richieste della Caritas di Roma in occasione della Giornata mondiale dei diritti dell'infanzia e dell'adolescenza. Secondo i dati forniti dal Ministero del lavoro e delle Politiche Sociali, i minori stranieri non accompagnati presenti sul territorio italiano al 31 ottobre 2014 erano 13.334, di questi i ragazzi egiziani sono al primo posto con 3.369 ingressi, 878 dei quali resisi "irreperibili" dopo l’identificazione. Un unico protocollo d'intervento, sottolinea Caritas, aiuterebbe a costruire un unico modello di accoglienza e permetterebbe di gestire meglio le presenze sul territorio, due degli elementi critici di oggi. Serve poi costruire un modello per facilitare il ricongiungimento con i genitori, ancora troppo raro in Italia. L'Italia anche tra i minori sta diventando sempre più un Paese di transito, per passare poi ad altri Paesi dell'Unione europea.
Solo nei centri Caritas sono stati accolti nel 2014 342 minori, di cui 293 maschi. I ragazzi provengono da 31 Paesi e le nazionalità maggiormente rappresentate sono l’Egitto (164), il Bangladesh (32), la Romania (26), la Bosnia Erzegovina (13) e il Senegal (11). Solo in 27, quasi tutti provenienti da Paesi africani: 23 quelli provenienti dall’Africa (8 Mali, 1 Somalia, 4 Gambia, 6 Nigeria, 2 Senegal, 1 Burkina Faso, 1 Mauritania); 3 dall’Afghanistan, 1 dalla Turchia. Per loro la migrazione non è stata una scelta ma una decisione forzata dalle particolari condizioni presenti nel Paese di provenienza (guerre, persecuzioni religiose e politiche). In media, i minori non accompagnati in Italia hanno meno di 16 anni (15,7), molti con un’età compresa tra gli 11 e i 14 anni (37,8%), veri e propri bambini, a fronte di un’età media di quasi 16 anni (15,9) del campione generale. I ragazzi che dichiarano di essere orfani di uno o entrambi i genitori sono il 10,4 %, nel campione generale la media risulta quasi raddoppiata (20,2%).
La regione di Gharbeya, Mansura, Kafr El Sheikh. Sono i nomi delle zone dell'Egitto da cui proviene la maggior parte dei minori non accompagnati che ora sta in Italia. Migranti economi, con il mandato della famiglia di spedire in patria i soldi che guadagno. Trovare lavoro per saldare i debiti contratti lungo il viaggio e cominciare a spedire soldi a casa èla spinta principale dei minori non accompagnati. Si ritrovano adulti troppo precocemente, soffrono di disturbi post traumatici e di altre malattie contratte da un viaggio che è già durissimo per gli adulti. Per i più fragili, molti dei quali vengono proprio dal Nord Africa, Caritas propone di potenziare non solo l'accoglienza in comunità ma anche l'affido a famiglie italiane. La categoria più fragile è rappresentata dagli under 15, sui quali spesso c'è un eccessivo investimento dei familiari.
La Convenzione dei diritti del fanciullo, secondo Caritas, deve essere il testo guida per ogni intervento sui minori non accompagnati. "Sono vittime del traffico di essere umani, finalizzato all’immigrazione clandestina, ma anche, in molti casi, a fenomeni di schiavitù e abusi come l’accattonaggio, il lavoro forzato e lo sfruttamento sessuale. È necessario, pertanto, affrontare la cause profonde dai Paesi d’origine che alimentano le migrazioni, soprattutto quando sono le famiglie a spingere i ragazzi a emigrare alla ricerca di opportunità lavorative. Occorre inoltre diffondere e sostenere procedure standardizzate di protezione dei minori sul territorio nazionale ed europeo", conclude monsignor Enrico Feroci, direttore della Caritas di Roma. (lb)