Minori stranieri non accompagnati, “chiediamo una gestione in stile Sprar”
PIACENZA – 186 minori stranieri non accompagnati gestiti nel 2014, di cui 78 nuovi arrivi. Più maschi che femmine, in prevalenza egiziani e albanesi, con un’età media vicina ai 17 anni. “Per noi l’accoglienza è un principio sacrosanto, ma deve essere dignitosa. Numeri così alti non ci facilitano il lavoro”, commenta Stefano Cugini, assessore al Welfare di Piacenza. I minori che arrivano in città vengono distribuiti su 2 strutture comunali e altre convenzionate sparse per l’Italia: “La legge ci impone di farcene carico, ma non pone limiti. Così, per continuare a rispettarla, potremmo un giorno vederci costretti a metterli in strutture non adeguate. Cosa che, in realtà, non ci è permessa. Noi non vogliamo stipare persone, ma dar loro accoglienza”. Tecnici dell’amministrazione spiegano che, spesso, gli operatori propongono di organizzare rimpatri assistiti, ma capita non ci sia l’approvazione dei ragazzi. Soprattutto, non possono essere effettuati verso l’Egitto, luogo di provenienza della maggior parte dei minori arrivati nella città emiliana. “L’accoglienza grava per quasi un milione di euro sulle casse del Comune, ma 400 mila euro forse arriveranno nel corso del 2015 dallo Stato per far fronte all’emergenza: i minori costano dagli 80 ai 100 euro al giorno nelle strutture d’accoglienza”, spiega Franca Pagani, coordinatrice dei minori stranieri privi di riferimenti parentali del Servizio famiglia e tutela minori del Comune. Un’altra peculiarità della situazione piacentina che Cugini sottolinea, è la posizione geografica, a cavallo con altre Regioni: “Siamo una zona di confine. Quando un minore arriva da noi, allertiamo immediatamente i servizi: in altre città non succede. Il procuratore regionale detta regole ferree, e io sono d’accordo. Ma poi bisogna fare i conti con la realtà”.
La proposta di Cugini è una gestione dei minori stranieri non accompagnati stile Sprar, con un hub generale che raccolga tutti gli arrivi e poi li distribuisca nelle varie province: “Sono in corso incontri in Regione e tra prefetti, pare si stia andando in questa direzione: uno, forse 2 hub sui quali far convergere tutti i ragazzi. Centri di permanenza limitata, da 1 a 3 mesi, con un grande ricircolo interno. Una spinta in questo senso l’ha data anche il bando ministeriale di fine 2014”, un fondo per il ‘Miglioramento della capacità del territorio italiano di accogliere minori stranieri non accompagnati’. Quasi 12 milioni di euro da destinare a strutture adeguate (massimo 2 per Regione) in grado di garantire – singolarmente – la disponibilità di 50 posti giornalieri.
“Questi ragazzi arrivano all’improvviso, in modo apparentemente inspiegabile: spesso ci sono associazioni criminose a condurli nei nostri territori. Sicuramente c’è chi arriva da situazioni più gravi di altre, ci sono le vittime di racket. E noi non possiamo, ovviamente, fare discriminazioni. Ma abbiamo bisogno d’aiuto”, conclude Cugini. (Ambra Notari)