Minori stranieri non accompagnati, "serve piano nazionale per applicare la legge"
Fonte: Save the children
MILANO - La legge sui minori stranieri non accompagnati, approvata poco più di due mesi fa dal Parlamento, è qualcosa di cui l'Italia può andare orgogliosa. È la prima in Europa. Ma ora va applicata. Per questo serve un piano nazionale, che "preveda il coordinamento di tutti gli attori istituzionali coinvolti, un sistema di monitoraggio e la partecipazione delle comunità locali", chiede Claudio Tesauro, presidente di Save the children Italia, ong che ha organizzato per oggi e domani a Milano un Forum nazionale dedicato al tema. E il primo ostacolo da superare è la mancanza di fondi. La legge 7 aprile 2017 sui minori stranieri, infatti, non prevede lo stanziamento di fondi per la sua attuazione. Nei 22 articoli che la compongono, per ben sei volte è ripetuta la frase: "Senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica".
Solo agli articoli 16 e 17, quelli riguardanti il diritto per il minore ad avere assistenza legale, viene stabilito uno stanziamento pari a poco più di 900 mila euro all'anno. Le spese invece per far ospitare i minori nelle comunità (nell'ambito del sistema Sprar per i richiedenti asilo), per i progetti di inserimento scolastico, per l'affidamento familiare, per il loro rimpatrio devono rientrare "nei limiti delle risorse umane, finanziarie e strumentali a legislazione vigente". Bisogna quindi arrangiarsi con quel che già viene stanziato in via ordinaria. E non è detto che sia poco. Bisogna però organizzare per bene questa accoglienza. "Per questo è importante un piano nazionale -aggiunge il presidente di Save the children Italia-. Occorre fare meglio e in maniera uniforme su tutto il Paese quel che già si fa con alcune esperienze virtuose. La carenza di posti nelle comunità che si riscontra nelle grandi città è in buona parte causato dal fatto che non sono distribuiti su tutto il territorio nazionale. Il nostro Paese ha la capacità di accogliere degnamente questi ragazzi". (dp)