Minori stranieri soli, il "work in progress" della formazione dei tutori
ROMA - Un work in progress con numeri che fanno ben sperare: è la realtà ad oggi dei tutori volontari per i minori stranieri non accompagnati. Lo spiega Filomena Albano, Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza, tracciando lo stato dell’arte della risposta che c’è stata rispetto alla legge 47/2017, che introduce questa figura.
Questa mattina, presso la sala della Protomoteca in Campidoglio, vengono consegnati gli attestati agli aspiranti candidati del Lazio che hanno frequentatola seconda edizione dei corsi formativi. Moduli didattici relativi all’aspetto normativo, sociale, socio-sanitario e fenomenologico dei flussi migratori, che hanno permesso ai candidati di acquisire le conoscenze base per svolgere il ruolo di tutori volontari di minori stranieri non accompagnati e rendere concrete le nuove disposizioni normative contenute nella Legge Zampa.
“La partenza è stata con le linee guida e con i moduli formativi che di fatto hanno avviato i bandi. Le regioni che non l’hanno fatto, come ad esempio il Veneto o la Provincia autonoma di Trento, presentano delle peculiarità proprie. In particolare, in Veneto già da diversi anni esiste la figura del tutore volontario per i minori, senza distinguo se italiani o stranieri, quindi si procede nella linea tracciata di selezione e formazione di queste figure tutoriali. Analogamente la Provincia autonoma di Trento aveva già una esperienza di questo tipo. In questo caso il bando non è stato aperto perché i tutori volontari, in precedenza formati, soddisfano al momento il bisogno del territorio. Allo stato attuale l’unica regione che ancora non ha pubblicato il bando, pur avendo necessità di un elevato numero di tutori, è la Puglia, che comunque aveva già formato tutori prima della legge. È evidente che le linee guide danno un indirizzo e che le realtà regionali si uniformano con il tempo. Va considerato come un work in progress: l’importante è raggiungere l’obiettivo, che poi è quello contenuto nella Legge 47 del 2017”.
Nella maggior parte delle Regioni si sono realizzate più edizioni dei corsi, altre hanno pubblicato i bandi e sono in procinto di avviare i moduli formativi, poche sono indietro e non hanno aperto i bandi. “Tuttavia – prosegue la garante Albano - nel complesso le candidature sono state tante, basti pensare che finora oltre 3500 persone hanno inviato la domanda. Punte di domande si sono registrate in Piemonte, Lazio e Lombardia. È indubbiamente un numero positivo, tenuto conto che a seguito del decreto legislativo n. 220/2017 è stata ampliata la possibilità di avere un tutore per un massimo di tre minori. È fondamentale distinguere tra gli aspiranti tutori volontari dei Msna e coloro che poi convintamente chiedono di essere iscritti negli elenchi. In accordo con tutti i Garanti regionali, intendiamo verificare l’effettiva disponibilità dei candidati formati a ricoprire questo ruolo prima che siano nominati dai tribunali per i minorenni. La fase di monitoraggio delle nomine - che su scala nazionale partirà dal prossimo 3 marzo - sarà essenziale. La vera sfida è la riuscita della rete di cittadinanza attiva: il tutore non deve restare isolato, ma deve essere inserito in un contesto sinergico per collaborare con i servizi sociali e le strutture di accoglienza di riferimento, sempre nell'interesse superiore dei minori”. (Raffalla Sirena)