Minori stranieri soli, l’importanza del sostegno e della formazione dei tutori volontari
PALERMO - Ripensare all'attivazione del progetto nazionale che, per due anni, ha sostenuto e accompagnato a vario livello i tutori volontari dei minori stranieri non accompagnati. Ad auspicare che si metta in moto nuovamente tutta la macchina burocratica per raggiungere questo obiettivo è Rosario Lio, pedagogista che, proprio nell'ambito del progetto è stato coordinatore dei tutori per la l'area siciliana che ha riguardato Palermo, Agrigento e Trapani.
In occasione dell'evento conclusivo dello scorso aprile del progetto nazionale Fami di Monitoraggio della tutela volontaria per minori stranieri non accompagnati, considerando i buoni risultati conseguiti, era stata proprio la Garante nazionale per l'infanzia e l'adolescenza, Carla Garlatti, a sottolineare la possibilità di rifare di nuovo il progetto. Per Carla Garlatti, infatti, "la figura del tutore riveste una funzione centrale nel sistema di accoglienza e la grande potenzialità del progetto risiede proprio nel dare supporto ai tutori volontari, i quali non devono essere lasciati da soli in un percorso che è di crescita anche per loro stessi".
Il progetto è stato un’esperienza preziosa, tanto che la Garante ha poi ricevuto una lettera - firmata da gran parte dei presidenti di Tribunali per i Minorenni - con cui questi ne hanno chiesto la prosecuzione proprio affinché risultati ottenuti in questi anni non vadano dispersi.
In due anni di attività progettuali sono stati modulati interventi e risorse, sulla base delle esigenze emerse dai territori, fornendo una foto esaustiva dello stato di avanzamento del sistema di tutela volontaria e un quadro conoscitivo dello stato di attuazione dei diritti dei Msna. Tutti gli obiettivi sono stati raggiunti soprattutto grazie a una rete tra privato sociale e istituzioni per l'accompagnamento dei tutori volontari attuata tramite 29 unità operative locali (Uol) nei territori corrispondenti ai distretti di competenza di tutti i tribunali per i minorenni italiani.
Ai primi mesi del 2021, il numero dei tutori volontari iscritti nell'albo distrettuale per le province di Palermo, Trapani e Agrigento era di 190. Intanto, già dallo scorso luglio, sono stati nominati in Sicilia nuovi tutori volontari per minori non accompagnati. Si è concluso, infatti, il primo ciclo di incontri per la formazione di aspiranti tutori, promosso dalla Regione Siciliana, nei distretti dei Tribunali per i minorenni di Palermo, Caltanissetta, Catania e Messina. Sono in tutto 48 le persone che hanno superato il test finale e che sono state inserite nelle liste per svolgere a tutti gli effetti il ruolo di tutore.
"Il lavoro che siamo riusciti a portare a termine è stato molto importante e significativo – sottolinea proprio Rosario Lio, ex coordinatore del progetto di monitoraggio dei tutori per il distretto di Palermo, Agrigento e Trapani - soprattutto perché è andato a beneficio dei minori stranieri. L'attività di monitoraggio costante dei tutori volontari ha previsto, infatti, momenti di confronto e di aggiornamento sugli aspetti legali e psicologici che riguardavano questi giovani. L'accompagnamento del percorso intrapreso dai tutori volontari si è concretizzato anche nella possibilità di attivare tutto un lavoro di rete tra istituzioni pubbliche e privato sociale che ha favorito, con iniziative sostenibili, il pieno percorso di inclusione e di integrazione sociale e culturale del minore non accompagnato”.
“Il tutore volontario non è soltanto il rappresentante legale del minore straniero, privo di adulti di riferimento nel nostro Paese, ma è soprattutto una figura attenta alla cura e alla relazione con i ragazzi e le ragazze, capace di farsi carico dei loro problemi e dei loro bisogni- continua -. Proprio alla base del delicato ruolo che riveste il tutore ci deve l'ascolto dei bisogni per capire quali sono i percorsi più idonei da avviare per il minore. Per potere fare questo il tutore volontario ha anche lui bisogno di sostegno per accompagnare il minore verso dei progetti su misura. Per questo, al di là della formazione, è nata l'esigenza di avviare un loro monitoraggio finalizzato proprio a non farli sentire mai soli”.