Minori stranieri soli, la garante: la sfida è tradurre la legge in pratica
ROMA - "Siamo all'indomani dell'approvazione della prima riforma di legge organica in materia di minori non accompagnati. La sfida oggi e' tradurre le norme in pratica, perche' la legge ci indica delle linee guida importanti sul piano dei diritti (diritto all'assistenza e all'istruzione), conferma il principio dell'inespellibilita' del minore e riduce i tempi per la prima accoglienza. Adesso dobbiamo tradurre le norme della legge in pratica". Lo dice Filomena Albano, garante nazionale dell'Infanzia, al convegno su 'La posizione giuridica del minore in Italia. Criticita' e orientamenti sulle misure di protezione giuridiche e sociali', in corso nella la sala dell'Istituto di Santa Maria in Aquiro.
In questa sfida l'autorita' garante si fa cogliere preparata: "È previsto un ruolo del garante nazionale nella formazione e selezione dei tutori volontari dei minori non accompagnati nelle Regioni in cui mancano i garanti regionali. Laddove, invece, e' presente il garante regionale- precisa Albano- sara' lui a dover promuovere l'istituzione di elenchi da presentare ai tribunali per i minorenni, nonche' selezionare e formare i tutori volontati".
I minori stranieri non accompagnati in Italia sono tanti. "Nell'arco del 2016 sono arrivati in Italia circa 26.000 minori non accompagnati. Il trend nei primi mesi del 2017- aggiunge Albano- conferma questa tendenza, che anzi e' addirittura in aumento".
La legge prevede un tutore per ciascun minore, "salvo che non si tratti di fratelli o sorelle. Anche questa e' una sfida- puntualizza alla Dire l'autorita' garante- perche' non si sa, allo stato attuale, se questo modello di cittadinanza partecipata e diffusa avra successo. Se si troveranno dei privati cittadini disponibili a fare da tutori a questi minori. Diversamente- conclude Albano- rimane il modello del tutore istituzionale: il sindaco, l'assessore delegato alle politiche sociali e, in alcuni casi, gli avvocati". (DIRE)