26 novembre 2013 ore: 16:16
Immigrazione

Mission, Cipsi: si strumentalizza la miseria per raccogliere fondi

Il contestato reality di Rai Uno. Per la federazione che raccoglie 37 ong "le realtà durissime del Sud Sudan e del Congo, non possono essere oggetto di spettacolo e di pietismo umanitario. Questa è pornografia umanitaria"
Rifugiati, donne in un campo profughi
ROMA - "Non si risolvono i problemi e le emergenze in questo modo. La nostra è una posizione culturale e valoriale radicale: intendiamo denunciare culturalmente e politicamente questo modo di fare informazione, di presentare e trattare i problemi e i diritti delle popolazioni più disagiate, questo modo di raccogliere fondi strumentalizzando la miseria". Con queste parole il Cipsi, coordinamento di 37 ong di cooperazione internazionale, entra nel dibattito sollevato dalle ultime rivelazioni su MIssion, il docu-reality dai campi profughi che andrà in onda il prossimo 4 dicembre su Rai Uno. Rilanciando le accuse diffuse dal blog Africanvoices, il Cipsi sottolinea che all'organizzazione non interessa tanto "come" è stata realizzata la tasmissione ma denunciare l'operazione culturale che c'è dietro. 
 
"C’è una tendenza nel mondo delle organizzazioni internazionali, alla luce della crisi dei finanziamenti pubblici, a ricorrere a tutti i mezzi possibili pur di raccogliere fondi e risorse finanziarie. I rifugiati, le realtà durissime del Sud Sudan, della Repubblica Democratica del Congo, i bambini, le donne, le violenze o le miserie di ogni genere, non possono essere oggetto di spettacolo e di pietismo umanitario, al limite della pornografia umanitaria -aggiunge il Cipsi -  Pornografia umanitaria sono le raccolte fondi fatte in questo modo. L’aiuto che si trasforma in elemosina. I cosiddetti progetti di sviluppo pensati, organizzati e gestiti mettendo da parte i poveri, ritenendoli incapaci, non fidandosi di loro. Ridotti a comparse. I rifugiati rischiano di finire a fare da sfondo a semplici performance patetiche, paternaliste e buoniste dei vip".
 
L'organizzazione  chiede invece una nuova cultura della comunicazione sulle situazioni di miseria sia nel Sud del mondo, sia in Europa, "Uscendo dai vecchi schemi, investendo su una comunicazione sociale che favorisca il cambiamento culturale e di comportamenti, non solo proponendo vecchi strumenti di raccolta fondi -conclude - La carità non è elemosina". A Mission il Cipsi ha dedicato la copertina del numero di luglio della rivista Solidarietà internazionale, dal titolo "Rai: pornografia umanitaria”.
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