1 agosto 2017 ore: 17:39
Immigrazione

Missione italiana in Libia. Astalli: “Migranti esposti a violazioni e morte”

Duro il commento dell’organizzazione: “Da settimane la cosiddetta emergenza migranti viene affrontata come una guerra da ingaggiare contro un nemico da sconfiggere. La classe politica lavori per la pace, ritrovi il senso del proprio agire nella storia della democrazia e nella cultura del diritto”
Riccardo Venturi/Contrasto Immigrazione: rifugiati provenienti dalla Libia

Immigrazione: rifugiati provenienti dalla Libia

ROMA – “Da settimane la cosiddetta emergenza migranti viene affrontata come una guerra da ingaggiare contro un nemico da sconfiggere. La classe politica di questo Paese lavori per la pace, ritrovi il senso del proprio agire nella storia della democrazia e nella cultura del diritto su cui si fonda la nostra civiltà. Oggi il Parlamento, chiamato a esprimersi sulla missione in Libia, si lasci guidare dalla sua stessa storia e decida di riprendersi con orgoglio il ruolo che nel Mediterraneo è proprio dell’Italia: sia ponte d’Europa e terra d’approdo. Sia simbolo di pace e baluardo dei diritti universali”.Lo sottolinea in una nota padre Camillo Ripamonti presidente del Centro Astalli, commentando la missione dell’Italia in Libia.

Il Centro Astalli, esprime seria preoccupazione per la situazione dei migranti nel Mediterraneo, per la sostanziale indifferenza da parte degli Stati membri e dell’Unione Europea riguardo la condizione di pericolo e morte di migliaia di persone, e per le politiche di accordo con la Libia che da settimane occupano le Agende delle istituzioni nazionali coinvolte. E individua tre priorità da affrontare.

In primo luogo, il salvataggio in mare deve essere garantito, organizzato e potenziato. Il ruolo delle ong deve essere supportato, e ampliato con un impegno nazionale e sovranazionale più consistente. Neanche un morto nel Mediterraneo sia la priorità di tutte le istituzioni coinvolte.

La seconda priorità è quella di non fare accordi che impediscono ai migranti di lasciare una Libia altamente instabile, insicura e in cui le garanzie di rispetto dei diritti umani sono largamente insufficienti. Ancor meno si possono respingere o deportare in Libia migranti intercettati in mare, in violazione delle basilari norme sulla protezione internazionale.

Infine, conclude la nota “non è tentando di rimuovere la migrazione dal Mediterraneo che si risolve l’emergenza in cui si trovano milioni di persone costrette a lasciare la loro terra a causa di guerre, persecuzioni ma anche di povertà estrema e disastri ambientali. Inaccettabile che le politiche recenti siano volte a spostare altrove i migranti anziché lavorare sulle cause all’origine di una mobilità umana senza precedenti nel mondo ma che tocca l’Europa solo in piccola parte.

Per questo il Centro Astalli chiede a istituzioni nazionali ed europee di: prevedere vie legali di accesso per quanti si trovano nella condizione di dover chiedere protezione internazionale in Europa; ripristinare quote di ingresso di lavoratori stranieri in Italia per infliggere un duro colpo al traffico, allo sfruttamento, alla tratta di esseri umani e rispettare la Convenzione Universale sui Diritti dell’Uomo e la Convenzione di Ginevra sulla status di Rifugiato e di non stipulare accordi con chi non rispetta e non ha recepito nel proprio ordinamento tali norme. 

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