2 novembre 2015 ore: 12:10
Immigrazione

Mista Tolu, il rapper "stra-nero" che si sente a casa per le strade d'Italia

Accento lombardo, voce profonda, Tommy Kuti - in arte Mista Tolu - è uno dei portavoce delle seconde generazioni. Nato in Nigeria e cresciuto fra Castiglione delle Stivierie e Brescia, a 26 anni raccoglie i frutti di anni di lavoro fra università, locali e studi di registrazione: "Il voto sulla cittadinanza mi ha emozionato"
Mista Tolu. Mancamelanina. Copertina disco

La copertina del disco

ROMA - “Quando hanno votato la legge sulla cittadinanza alla Camera… Beh, è stato un momento incredibile, ero veramente emozionato”. Accento lombardo, voce profonda ma squillante, Tommy Kuti - in arte Mista Tolu - è uno dei portavoce in musica delle seconde generazioni italiane. Nato in Nigeria e cresciuto fra Castiglione delle Stivierie, provincia di Mantova, e Brescia, a 26 anni compiuti da poco Kuti sta iniziando a raccogliere i frutti di anni di lavoro sotterraneo, spesi fra università, locali e studi di registrazione. A portargli notorietà, paradossalmente, non un brano musicale ma una foto fatta per caso e, come racconta, “diventata virale su internet e sui social network, senza che la gente sapesse veramente cosa c’era dietro”. Potere della rete, che oggi l’artista e produttore sta utilizzando per diffondere la musica di chi, come lui, “non è straniero ma solo stra-nero” e, figlio di immigrati,  si sente a casa nelle strade di Brescia, Napoli o Palermo. E per raccontare, con ironia, la vita di una generazione “che non è seconda a nessuno, ma anzi è parte integrante di questo paese”.

Mista Tolu. Stranero, maglietta

Nome di battesimo Tolulope Olabode, da cui il soprannome Tommy e il nome d’arte di Mista (ovvero ‘mister’) Tolu, Kuti arriva in Lombardia a due anni con i genitori, per partire appena finito il liceo. “Ho fatto l’università in Inghilterra”, spiega, “e mio padre insisteva perché restassi lì, c’erano più possibilità, ma ho fatto una pazzia e ho deciso di tornare in Italia”. A richiamarlo,  l’idea che nel Belpaese ci fosse molto da fare, “unendo la mia passione musicale con la battaglia per lo ius soli”. Da “Tutti vogliono l’album”, del 2010, a “Afroitaliano”, il prossimo singolo, passando per “No sweet home” del 2012, dedicato a chi cerca una casa attraversando il Mediterraneo, Mista Tolu ha inanellato una serie di riflessioni ironiche su pregiudizi razziali, creatività, relazioni e impegno sociale. Tutto a ritmo di hip hop, uno stile, dice, “che ha un imperativo: dire le cose come stanno, anche se sono scomode, e quindi parlare di mafia, razzismo, diritti violati, perchè l’hip hop” - scandisce le parole a ritmo di rap - “è proprio questo: dì quello che pensi!”.

La copertina del disco
Mista Tolu. Mancamelanina. Copertina disco

Il Kuti-pensiero è racchiuso nei testi, che “usano l’ironia per smontare allarmismi contro-producenti: quelli di chi teme un’invasione che non c’è come quelli di chi tende a compatire gli stranieri, pensando che siamo tutti poveri e indifesi”. “Stranero” ne è forse l’esempio migliore, con il suo ritornello “le radici sono in Africa però son cresciuto qua, questa city è il mio habitat, ma la gente non lo sa”, e un susseguirsi di rime che attingono al linguaggio di strada del rap a stelle e strisce come all’attualità politica italiana. La canzone fa parte di Mancamelanina Mixtape Volume 1, prima raccolta, uscita nella primavera 2015, dell’omonima etichetta discografica lanciata da Kuti a fine 2014 con i colleghi Diss 2 Peace, Yank, Valentino Agunu e Blackson Simpson, “per portare un po’ di melanina nella scena musicale italiana e, perché no, un po’ di suoni africani”.

- “Lo scorso agosto”, racconta Kuti, “mentre tutti i giornali e le TV parlavano di crisi migratoria, mi sono stampato una maglietta con la frase che dà il titolo al brano, ‘non sono straniero, sono solo stra-nero’, e un amico mi ha fatto una foto, facendola poi circolare su Instagram e Facebook: in pochi giorni migliaia di persone l’hanno condivisa, senza sapere che ero io e che dietro ci fosse una canzone”. Uno spunto, però, per trasformare “Stranero” in un singolo, rilanciandolo con un videoclip e dando così visibilità ai progetti di MancamelaninaRecords, un’etichetta che è anche “un collettivo di persone diverse che vogliono farsi ascoltare e uno studio di registrazione a disposizione di quei giovani di seconda generazione che, in un mercato musicale elitario come quello italiano, hanno bisogno di spazi e di sostegno per emergere”.

Con “Stranero” nello stereo, Kuti e la sua crew (la ‘squadra’ in gergo hip hop) hanno mille progetti in cantiere. A Novembre Diss 2 Peace darà alle stampe un album intitolato appunto “Stranero”, mentre a gennaio sarà la volta di Mista Tolu, seguito poi dagli altri tre ‘soci’ di Mancamelanina Records. Sforzi solisti che confluiranno, nella primavera 2016, in una nuova raccolta. “L’idea che abbiamo è quella di dare una scossa agli italiani, che sembra abbiano smesso di lottare per il loro diritti, mentre noi e prima di noi i nostri genitori, siamo cresciuti combattendo per essere una vita migliore e per essere accettati come siamo, neri e italiani”. Una battaglia che, per Mista Tolu, significa studio, impegno continuo e molta ironia, perché “alle volte, di fronte a stereotipi e chiusure, è questa l’arma più potente per stimolare una riflessione e smascherare le strumentalizzazioni”. Intanto, per finanziare i lavori dell’etichetta, Mancamelanina ha messo in vendita una maglietta ufficiale, che non smette di circolare. 

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