18 dicembre 2017 ore: 13:37
Disabilità

Mobilità, cultura, svago: quali “benefit” per i cittadini disabili in Italia?

I dati della rilevazione svolta per il progetto “Eu Disability Card” in Italia, la tessera unica per l'accesso agevolato ai servizi in Italia e in Europa. Benefici soprattutto economici, modalità e criteri disomogenei, scarsa attenzione a disabilità intellettive e relazionali
Disabilità, ragazza in carrozzina in riva al mare

ROMA – Quali benefici sono previsti per favorire l'accesso delle persone con disabilità ai servizi di trasporto, della cultura, del tempo libero e dello sport in Italia? Se lo sono domandate Fish e Fand, promotrici e titolari del progetto europeo “Eu Disability Card”, che ha l'obiettivo di uniformare e semplificare il sistema di accesso agevolato ai servizi in Europa. In Italia, in particolare, benefici e agevolazioni ci sono quasi ovunque, ma in modo difforme e disomogeneo. Infatti, tutti gli enti analizzati (pubblici e privati, nei diversi ambiti contemplati) prevedono una qualche forma di agevolazione sul prezzo del biglietto o sul costo del servizio fornito. Oltre il 70% dei benefici previsti riguardano la gratuità per la persona con disabilità (da parte di 161 enti) e/o per il suo accompagnatore (da parte di 134 enti). In quote minoritarie di casi (rispettivamente il 15,9% e il 10,7%) i benefit si riferiscono invece a riduzioni del prezzo praticato alla persona (da parte di 64 enti) e/o all’accompagnatore (da parte di 43 enti). 

Riduzione o gratuità. Di solito i benefici economici riguardano contemporaneamente sia la persona con disabilità che il suo accompagnatore, ma vi sono 5 enti che non prevedono né la gratuità né riduzioni per la persona con disabilità, ma solo per l’accompagnatore, e ben 45 enti che non contemplano agevolazioni per quest’ultimo. Vi sono infine 16 enti in cui formule di gratuità e riduzione risultano compresenti, a seconda dei casi, o per la stessa persona con disabilità (ad esempio in base a percentuali diverse di invalidità) o per il suo accompagnatore. A monte la scelta di applicare la riduzione al solo accompagnatore (esempio, Trenitalia) vi è verosimilmente la considerazione che questi rappresenti un costo aggiuntivo strettamente necessario alla persona con disabilità, spesa compensata dal gestore. 

I servizi aggiuntivi. In riferimento ai servizi aggiuntivi, ossia ai supporti, ausili e facilitatori forniti per garantire alle persone con disabilità pari opportunità di accesso e fruizione, a fronte di 37 enti che non erogano tali benefici, ve ne sono 181 che ne prevedono 1 o più. Tra quelli presenti con maggiore frequenza troviamo la riserva del posto (31,4%) per la persona e/o il suo accompagnatore e gli ausili e prodotti a supporto della mobilità (29,4%), come ad esempio pedane fisse o mobili, carrozzine elettriche o manuali, montascale, ascensori volti a rendere fruibili spazi o servizi. Percentuali molto basse (3,2%) si registrano invece riguardo la presenza di interpreti per i sordi nella lingua dei segni (LIS), mentre solo due tra gli enti analizzati prevedono la sottotitolazione: un cinema per la visione dei film e un museo per la fruizione della relativa video guida. Per le persone cieche o ipovedenti, in alcuni casi (7,1%), vengono forniti ausili e supporti per l’orientamento, come mappe tattili, segnaletica in rilievo, testi in Braille, ma sono anche previste in alcuni casi visite guidate per persone con disabilità visive o percorsi tattili all’interno dei musei o di altri beni culturali. Di rado si rilevano servizi aggiuntivi per il superamento degli ostacoli e delle barriere che incontrano le persone con disabilità psichiche, intellettive e relazionali: in un caso si tratta di una guida con “linguaggio semplificato”, in un altro di specifici percorsi museali e laboratori, in un altro ancora di una classificazione delle attrazioni in base alle sensazioni ed emozioni che esse sono in grado di suscitare.

Limitazioni funzionali e agevolazioni. Ma a quali limitazioni delle funzioni e delle strutture corporee sono rivolti i diversi benefit? Il 77,1% degli enti considerati riconosce benefici alle persone con disabilità indipendentemente dal tipo di limitazioni nelle strutture e funzioni corporee. Nel restante 22,9% i benefici sono invece concessi solo in relazione ad alcune tipologie di disabilità. Le limitazioni di natura motoria e visiva sono quelle cui si associano più frequentemente le agevolazioni e i servizi previsti. Mentre quelle che ricevono comparativamente meno attenzione sono le disabilità intellettive e relazionali. 

Residenza e limiti reddituali. Questi due “ elementi restrittivi” sono presi in considerazione nella concessione delle agevolazioni quasi esclusivamente nell'ambito del trasporto urbano ed extra urbano, in particolare per la riduzione delle tariffe di biglietti e abbonamento. Ma a questo riguardo si rileva una grande disomogeneità da regione a regione: ad esempio, la regione Sardegna e la regione Lombardia prevedono un articolato sistema di diversificazione delle agevolazione correlandole sia a limite reddituale che al grado di invalidità. Altre Regioni ammettono le agevolazioni a prescindere dal reddito, applicando tale restrizione solo agli ultra65enni. 

La documentazione richiesta. Per beneficiare delle agevolazioni e dei servizi contemplati, solo 9 enti non richiedono alcuna documentazione attestante la condizione di limitazione delle funzioni e delle strutture corporee. 113 prevedono la presentazione vincolante di un unico tipo di documento, mentre 37 ne indicano più tipologie. Tra la documentazione più frequentemente richiesta vi è il verbale che certifica la presenza di stati invalidanti (56,3%), segue il contrassegno disabili per la circolazione e la sosta dei veicoli al loro servizio (22,3%). Ne deriva che gran parte della documentazione (78,6%) deriva da un precedente accertamento da parte di una commissione pubblica preposta alla valutazione degli stati invalidanti. 

In conclusione, sintetizzando il quadro, emergono alcuni aspetti indicativi: un maggior rigore nell’individuazione dei potenziali beneficiari relativamente ai servizi di trasporto. In ogni ambito considerato, i benefit sono prevalentemente di natura tariffaria o monetaria (per la sola persona disabile, oppure anche per l'accompagnatore), mentre rimangono marginali facilitazioni che consentano una migliore fruizione di un servizio. Particolarmente rilevante è il dato che evidenza come, nel complesso dei benefit, risulti inferiore l’attenzione alle persone con disabilità intellettiva o relazionale. In generale, non esiste un criterio condiviso nell'individuazione dei beneficiari, mentre la documentazione richiesta è prevalentemente di origine pubblica (commissioni), il che richiede specifiche competenze da parte degli operatori coinvolti. Per quanto riguarda l'esistenza e la funzione di eventuali tessere, solo alcune Regioni già ne prevedono una specifica, nell' ambito dei trasporti pubblici) hanno già previsto una specifica tessera, mentre Trenitalia e Rfi adottano una specifica “carta blu”. Anche il “contrassegno disabili”, nel nuovo formato Europeo, viene talora usato e riconosciuto come “card” per l’accesso ad alcuni benefici che non riguardano la mobilità. Infine, alcune aziende riconoscono benefici (in particolare sconti) dietro presentazione di tessere di socio di alcune associazioni. (cl)

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