Mondiali in Qatar, Arci e Uisp: “Senza diritti non chiamatelo gioco. E neppure sport!”
ROMA - “Il calcio dei grandi eventi planetari non può diventare terra di mezzo e mero strumento di sportwashing: la sospensione dei diritti e le migliaia di morti sul lavoro per organizzare i Mondiali in Qatar servano ad accendere i riflettori sulla opaca situazione in quella zona del mondo. Dove non c’è garanzia di diritti umani e civili, di attenzione alla salute del pianeta, di libertà di informazione non può esserci spazio per lo sport messaggero di pace, libertà e convivenza tra i popoli”. Così una nota di Arci e Uisp, in un comunicato congiunto sui Campionati mondiali di calcio in Qatar.
Arci e Uisp che si appellano alla Fifa e al Cio affinché “si aprano davvero ai diritti umani, alla sostenibilità ambientale, alle libertà democratiche. Facciamo appello ai governi e alle istituzioni sovranazionali affinché sia alta l’attenzione ad evitare l’uso strumentale dei grandi eventi sportivi”.