Morti in carcere: 47 suicidi nel 2013 contro i 60 dell’anno scorso
ROMA – Dal 2009 sono in costante calo i suicidi nelle carceri italiane. E la tendenza sembra destinata a confermarsi anche per il 2013: al momento il numero si ferma a 47 (24 italiani e 23 stranieri), contro i 60 di fine 2012. Nel 2011 e nel 2010 sono stati 66, 72 nel 2009.
Secondo il rapporto sulle condizioni detentive di Antigone, presentato oggi, nel corso del 2013 i detenuti morti in carcere sono stati complessivamente 99. L’ultimo lo scorso 13 dicembre a Bergamo per infarto. Tra le cause, oltre ai suicidi si contano 24 decessi per malattia e 28 per cause ancora da accertare. Secondo altre stime, però, il numero totale di decessi sarebbe molto superiore e arriverebbe a quota 146 (dossier Morire di carcere, Ristretti orizzonti, aggiornamento al 18 dicembre).
Il primato delle morti calcolate da Antigone spetta a Roma Rebibbia con 11 decessi (di cui 2 per suicidio, 3 per malattia e le altre ancora da accertare), seguita da Napoli, dove a Poggioreale sono morti fino ad oggi 6 detenuti ai quali vanno ad aggiungersi gli altri 3 decessi di Secondigliano. Quattro i detenuti morti a Teramo, 3 a Velletri e sempre 3 nell’Opg di Reggio Emilia.
Il detenuto morto più giovane aveva 21 anni, era marocchino e si è impiccato il giorno dopo Ferragosto nella casa circondariale di Padova. Il detenuto più anziano aveva 82 anni, è morto a seguito di un malore e stava scontando la sua pena nella casa di reclusione di Rebibbia. Aveva gravi patologie ed era stato recentemente colpito da un ictus. Agli inizi di ottobre il Tribunale di Sorveglianza aveva rigettato la sua richiesta di differimento della pena per motivi di salute.
Nella Casa circondariale di Ferrara, a 81 anni, è morto alla fine di ottobre Egidio Corso. Era in sciopero della fame da 10 giorni per protesta contro la mancata concessione di una misura alternativa. A 27 anni, il giorno successivo al suo arresto, si è tolto la vita nel carcere di Crotone, Pasquale Maccarone, impiccandosi con il lenzuolo al letto a castello della sua cella dove era rinchiuso da solo. (gig)