Moschea a Milano, Caim: “Sbagliato fare accordi con paesi stranieri”
Centocelle, il Centro islamico Al Huda “La retta via”
MILANO - "Noi siamo cittadini di Milano e chiediamo che sia riconosciuto il diritto a esercitare la libertà di culto. Se a degli stati stranieri viene concesso di costruire una moschea, a maggior ragione possiamo farla anche noi". Così Davide Piccardo, portavoce del Caim (Coordinamento delle associazioni islamiche di Milano), commenta l'indiscrezione del Corriere della Sera di oggi, secondo il quale la Giunta Pisapia sta prendendo accordi direttamente con i consolati del Marocco e della Giordania, scavalcando le comunità musulmane cittadine. Indiscrezione che il Comune di Milano per ora non ha smentito.
"Crediamo nel principio per cui luoghi di culto devono essere realizzati dalla comunità stessa -aggiunge Piccardo-. Crediamo in un islam che non ha bisogno di tutori e protettorati. Il modello di un islam controllato da uno Stato non ci appartiene". Il Caim ha proposto di rilevare il Palasharp, che usa attualmente per la preghiera del venerdì, per trasformarlo in un vero centro islamico, che oltre alla sala di preghiera, prevede una biblioteca, sale per incontri. (dp)