15 dicembre 2016 ore: 12:30
Disabilità

Mostra di Van Gogh inaccessibile ai disabili: ricorso collettivo

L’esposizione è al momento inaccessibile, per via di barriere architettoniche nella sede della mostra. spiegano gli organizzatori. Per il Coordinamento famiglie disabili gravi e gravissimi si tratta di discriminazione. E avvia il ricorso collettivo. Per partecipare c'è tempo fino al 7 gennaio
Accessibilità

ROMA – La mostra di Van Gogh, in corso a Roma, non è accessibile: almeno, non lo è ancora. Chi si muove su una sedia a ruote deve, per il momento, rinunciare alla visita. “Ai visitatori con disabilità motoria sarà possibile accedere alla mostra a partire dalla data che verrà comunicata quanto prima sul sito ufficiale della mostra, su facebook, sul sito di TicketOne e direttamente a coloro che, comunicando i propri riferimenti, richiedano di essere ricontattati – si legge nella sezione ‘faq’ sul sito dell’iniziativa ‘Van Gogh Alive’ -  Il Palazzo degli Esami, sede della mostra, è un edificio storico degli anni ’20 sottoposto a vincoli e tutele tale per cui sono state avviate le richieste per l’installazione di un montascale”.

Per il Coordinamento famiglie disabili gravi e gravissimi, questa è discriminazione. Monta presto in rete lo sdegno e diventa protesta, diventa ricorso, ricorso collettivo: una materia in cui ormai è esperto il Coordinamento, già promotore e vincitore di quello, fondamentale, contro il nuovo Isee.  “La mostra, aperta al pubblico dal 25 ottobre, continua a non essere accessibile alle persone con disabilità – spiegano i promotori dell’iniziativa - Gli organizzatori hanno reso inaccessibile la mostra alle persone con disabilità ponendo, sinora impunemente, ben due tipi di barriere: una barriera architettonica rappresentata da due rampe di scale, senza aver provveduto per tempo all’installazione di un montascale, e una barriera culturale espressa sotto forma di ‘indicazioni particolari da seguire per persone con disabilità fisica o psichica’. Ma il fatto sorprendente è che la mostra abbia avuto le autorizzazioni necessarie per aprire, pur senza essersi dotata di un montascale per il superamento delle barriere architettoniche e sorprendente che ciò perduri da quasi due mesi, fino a data non meglio precisata, senza che nessuna istituzione preposta sia intervenuta.

Per questo – afferma il Coordinamento - è necessario che siano le stesse persone con disabilità e i loro caregiver a denunciare questa discriminazione, a chiedere quella tutela e quel rispetto dei loro diritti che non sono stati garantiti né dagli organizzatori dell’evento né dalle istituzioni che avrebbero dovuto vigilare”. Di qui la decisione di procedere con un ricorso collettivo: “contro l'inaccessibilità alla mostra, contro questa barriera culturale oltreché architettonica, l'associazione Avvocato del cittadino insieme al Coordinamento nazionale famiglie disabili, a cui si sono rivolte molte persone per segnalare il problema e chiedere tutela, organizzano un ricorso collettivo per chiedere la rimozione della discriminazione e il risarcimento del danno non patrimoniale patito dalle persone con disabilità”.

Possono partecipare al ricorso le persone con disabilità motoria che non hanno potuto visitare la mostra, seguendo le istruzioni per l’adesione entro il 7 gennaio. “Invitiamo tutti ad aderire e a combattere con noi questa assurda discriminazione – conclude il coordinamento - con l'obiettivo di creare un precedente che sancisca la concretezza di un diritto che non può, non deve più essere omesso in qualsiasi manifestazione aperta al pubblico”. (cl)

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