Motivazione e partecipazione, le parole d’ordine della scuola che non dà voti
FORLÌ - Una scuola senza voti, in cui i programmi sono decisi insieme dalla classe e dall’insegnante, in cui gli studenti possono tenere loro le lezioni e in cui ogni attività è interattiva e laboratoriale. Un’utopia? No: è la “scuola del gratuito”, ideata circa 20 anni fa dal professor Ferdinando Maria Ciani, insegnante di matematica e scienze alla scuola media Alessandro Manzoni di Pesaro. Dimenticate il terrore del voto e la competizione tra compagni: nella scuola del gratuito le parole d’ordine sono motivazione e partecipazione. “Ero esasperato dal clima di competizione che si respirava nelle classi dove insegnavo – spiega Ciani – così, in una seconda media, a fine anno scolastico, annunciai che a settembre non avrei più dato voti a chi non li voleva. Chiesi alla classe di pensarci durante l’estate, aderì la metà dei ragazzi”. Scuola che Ciani descrive nei racconti di “Vi insegno a prendere il volo”, libro illustrato per ragazzi che presenterà a Forlì in occasione del terzo convegno sulla scuola del gratuito, organizzato dall’Associazione comunità Papa Giovanni XXIII e in programma a Forlì sabato 30 settembre e domenica 1 ottobre.
- “Ero stato contattato da un quotidiano per raccontare alcune storie sulla scuola del gratuito – ha detto l’autore – alla fine ne è nato un libro, con le illustrazioni di Germano Ovani”. Quella che Ciani fotografa è una scuola in cui l’obiettivo non è far sì che gli studenti imparino, ma far sì che siano motivati a farlo, senza essere spaventati da un brutto voto o da una rigida stroncatura. Una scuola del gratuito, appunto, in cui i ragazzi sono liberi dal prezzo di una valutazione non sufficiente e dalla spinta a competere che un voto porta con sé. “I ragazzi sono limitati perché a motivarli nello studio sono soltanto la costrizione e la competizione con gli altri – afferma Ciani – nella scuola del gratuito invece ogni classe è una comunità, che decide quali obiettivi darsi e quali regole seguire”.
Non che una valutazione manchi del tutto, ma è composta e articolata in una valutazione dialogica e compartecipata dell’insegnante e del resto della classe e in un’autovalutazione da parte dell’alunno interessato. Partecipative sono anche le lezioni, non frontali ma laboratoriali, a volte perfino tenute da gruppi di studenti il cui operato viene valutato dal gruppo classe. “Ogni alunno riceve la sua valutazione in una lettera che gli indica la strada da percorrere per migliorare. Questo può aiutarlo ad acquistare fiducia in se stesso: anche il primo della classe può sempre superarsi”.
Solo chi vuole, anche all’interno della stessa classe, partecipa alla scuola del gratuito del professor Ciani: il voto, spiega, è una scelta comune all’interno della scuola italiana e negarlo non contribuirebbe di per sé alla crescita degli studenti, ma sarebbe solo un’imposizione. Ma quali risultati ci sono stati? “Mediamente sono migliori quelli degli studenti che rinunciano al voto, proprio perché non si vive più la competizione per un voto più alto”. Se gli studenti e le famiglie hanno generalmente accolto con favore l’esperimento di Ciani, lo stesso non è sempre accaduto per i dirigenti scolastici: “Però la normativa non impone di mettere voti in itinere, quindi non ho mai dovuto interrompere la scuola del gratuito. Certo, una certa dose di coraggio per fare diversamente dagli altri ci vuole”. L’interesse per il progetto educativo del professor Ciani ha ormai superato la scuola in cui insegna matematica e scienze: la scuola del gratuito è già applicata a Vercelli, a Orzinuovi (Brescia), nella Repubblica di San Marino e da poche settimane anche nel capoluogo forlivese.
È dal 2015 che Forlì ospita annualmente un convegno sulla scuola del gratuito di Ferdinando Maria Ciani, che quest’anno ruoterà intorno al tema “Quando la classe genera vita”. Oltre al professor Ciani, saranno presenti alla due giorni Riccardo Ghinelli e Paolo Ramonda dell’Associazione Papa Giovanni XXIII, il professor Roberto Mancini dell’Università di Macerata e Franco Lorenzoni, maestro di scuola primaria ed esponente del Movimento di cooperazione educativa. (Simone Lippi Bruni)