Musica e solidarietà, il disco col coro dei bambini orfani di Aids
ROMA – Un progetto musicale che aiuta i minori più bisognosi. Si chiama “A via d’o Tiempo-timestreet” il nuovo disco del musicista e compositore napoletano Ugo Gangheri: un lavoro sostenuto dal God Our Father Centre For Needy Children, la casa di accoglienza per bambini e orfani, a cui andranno i ricavati delle vendite. Il centro si trova sulla costa del Kenya nel villaggio di Timboni a circa 25 km da Malindi, nota meta turistica dove risiede una comunità italiana. E nasce nel 2005 da un progetto di Sussy Mmbaka Reuben a favore delle donne malate di Aids. La donna africana è la direttrice nonché la mamma di tutti i bambini ospitati.
Il centro. Inizialmente – spiega l’organizzazione - l’idea era quella di ospitare i bambini con le proprie mamme sieropositive, ma presto Sussy ha dovuto far fronte all’emergenza dei piccoli che rimanevano orfani, così in dieci anni i bambini da cinque sono diventati 174. Oggi all’interno della struttura ne sono 94, gli altri sono sostenuti a distanza dal centro stesso. Tanti di loro sono orfani, altri bisognosi di aiuto, perché sieropositivi, perché disabili, perché vittime di abusi in famiglia o semplicemente perché estremamente poveri. Ogni bambino va a scuola, grazie alle adozioni a distanza l’obiettivo è di mandare ognuno di loro alla privata, in quanto garante di una formazione più adeguata. Attraverso le donazioni viene finanziata ogni genere di cosa, dal cibo, ai vestiti, alla sanità. Il cammino è verso l'autosufficienza. Obiettivo non semplice da raggiungere.
Il progetto. Tanti dei ragazzi del centro hanno dei talenti, alcuni sono bravissimi nel calcio, altri nella danza. Molti di loro hanno elevate capacità nell’apprendimento scolastico, altri sono molto portati con i bambini più piccoli. Alcuni di loro hanno un dono nella voce. Purtroppo la maggior parte di questi talenti restano inascoltati. Per questo motivo il God Our Father Centre For Needy Children ha deciso di seguire il progetto sostenuto dal musicista Ugo Gangheri. I ragazzi che hanno preso parte al coro sono stati undici. Hanno lavorato alle basi musicali proposte, rendendole proprie, scrivendo e traducendo strofe nella loro lingua originaria, lo swahili. Hanno provato e riprovato con il sostegno di Sussy Mmbaka Reuben e di Angelica Berardinelli e Massimo Banfi, due volontari italiani che si occupano del centro ormai da diversi anni. I ragazzi che già nel 2009 avevamo inciso un album di canzoni proprie sono tornati con loro in uno studio di registrazione e pieni di coraggio ed emozione in pochi giorni hanno realizzato i cori all'interno dell’album. “Il nuovo disco ha preso forma – spiega Gangheri - senza angoli bui, senza lati oscuri, senza nessun teorema che lo abbia enunciato e senza alcuna regola che ne stabilisce una relazione quantistica. Come un’onda anomala fatta di moto invisibile, eppure reale, colma di energia e di quello ossimoro fatto di ‘assordante silenzio’: l’eco di una anima in cerca di pace, si ritrova in quel tutt’uno con l’amorevole solitudine di chi vive al largo dalla costa. Ha preso forma ‘‘A Via do Tiempo – timestreet”.