Mutilazioni genitali, Binetti: battaglia ancora lunga

Roma - "La violenza contro le donne assume spesso forme inaspettate che sembrano radicarsi nella cultura di un popolo e di un Paese, cosi' come accade per le Mutilazioni genitali femminili (Mgf). Eppure che si tratti di vera e propria violenza lo dice la legge italiana che da un lato punisce i genitori, sottraendo loro la patria potesta', e dall'altro punisce gli operatori sanitari che per qualsiasi ragione praticano questo antico e barbaro rito".

Lo afferma Paola Binetti, deputata di Area popolare, che spiega come molte donne, "dopo averla subita, vorrebbero risparmiarla alle proprie figlie e a volte adducono proprio questa motivazione per chiedere asilo politico".

La deputata continua spiegando che "il Trattato di Istanbul su cui il Parlamento sta lavorando dagli inizi stessi della XVII legislatura denuncia questa violenza come una vera e propria prevaricazione esercitata sulle donne, quando sono ancora poco piu' che bambine". Nonostante questo, "la battaglia culturale e' ancora lunga e complessa. Deve essere affrontata nel clima di uno scambio di esperienze e di vissuti, di speranze e di illusioni, tra donne che pur avendo una diversa provenienza geografica e cultuale, credono fino in fondo nel valore della formazione femminile, perche' la donna sia sempre piu' presente a tutti i livelli nella societa' di qualunque Paese", continua la deputata.

"Le Mgf limitano la liberta' femminile e rendono molto piu' difficile vivere la propria sessualita' e la propria maternita', per questo e' giusto ricordare in una giornata come oggi il diritto di ogni donna a coltivare la sua identita' femminile", conclude Binetti.

(DIRE)