Mutilazioni genitali femminili, il mondo dichiara tolleranza zero
Una comunità Masai in Kenia |
ROMA - Un rito di passaggio verso la maturità in molti paesi, una battaglia da vincere per il resto del mondo che anche quest'anno torna a dichiarare tolleranza zero verso questa pratica. Sabato 6 febbraio si celebra in tutto il mondo la Giornata per il contrasto alle mutilazioni genitali femminili, che secondo l'ultimo rapporto Unicef, pubblicato oggi ("Female Genital Mutilation/Cutting: A Global Concern") almeno 200 milioni di donne e bambine hanno subito questa pratica in 30 paesi (escissione parziale o totale dei genitali femminil). Sono circa 3 milioni le bambine a rischio di subirle nei prossimi 10 anni nel mondo. Trenta sono i paesi che hanno a disposizione dati rappresentativi a livello nazionale nel 2016.
- In Italia secondo le stime sarebbero 35 mila le donne che hanno subìto queste pratiche ed oltre mille le bambine a rischio, mentre in Europa si parla di 500 mila donne e bambine che stanno soffrendo le conseguenze delle mutilazioni e di 180 mila a rischio ogni anno.
In occasione della giornata, Amref lancia la la campagna "Stop the cut" (Fermiamo il taglio) con l'obiettivo di sensibilizzazione le comunità africane, attraverso la radio, con le testimonianze di chi è salvo grazie ai riti di passaggio alternativi. Amref ha raccolto le storia di Doris e Louise, che per anni hanno circonciso le donne: oggi sono impegnate a sensibilizzare la comunità Masai con l’aiuto dell'organizzazione raccontando la loro eperienza e tutte le difficoltà che hanno incontrato le donne e le bambine durante e dopo la pratica.
Nel 1993 questa pratica è stata classificata come una forma di violenza contro le donne dalla legislazione internazionale dei diritti umani. Nel 2012 l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha emanato una risoluzione sulla eliminazione delle mutilazioni.
Leggi su Rs, L'Agenzia di Redattore sociale i dettagli del rapporto Unicef e la campagna e le testimonianze di Amref.