Mutilazioni genitali femminili, quasi 600 mila vittime in Europa
Milano - Le mutilazioni genitali femminili non sono solo un problema di una sessantina di Paesi di Africa e Asia, ma anche dell'Unione Europea e dell'Italia. Molte donne migrate dai Paesi in cui vengono praticate le mutilazioni vivono in Europa e si sono portate un "bagaglio" di sofferenze con le quali fanno ancora i conti. Anche dal punto di vista sanitario. Si stima che in Europa siano circa 589 mila e, secondo uno studio ancora in corso dell'Università Bicocca, in Italia sarebbero 57 mila, di cui 27 mila solo in Lombardia. Visto questo scenario, ActionAid ha lanciato il progetto After in Italia, Spagna, Belgio, Svezia e Irlanda, finanziato dal Programma diritti, uguaglianza e cittadinanza dell'Unione Europea. Obiettivo: coinvolgere le comunità degli immigrati per sensibilizzare e per fare prevenzione. Il rischio è, infatti, che subiscano le mutilazioni genitali anche le figlie, soprattutto durante i viaggi nei Paesi d'origine, dove tali pratiche sono vietate, ma molto radicate culturalmente.
Oggi il progetto After è stato presentato a Milano. "Vogliamo coinvolgere le associazioni locali e le istituzioni - sottolinea Rossana Scaricabarozzi, responsabile del progetto per ActionAid Italia-. Non basta vietare le mutilazioni per legge, ma è necessario dare l'opportunità alle donne di cambiare, di prendere coscienza dei propri diritti. Ed è un problema che riguarda anche gli uomini".
Con un lavoro di rete, che coinvolge diverse associazioni locali (a Milano sono Crinali e le donne musulmane del progetto Aisha), saranno mappati i servizi e le politiche esistenti per contrastare le mutilazioni e saranno implementati percorsi di sensibilizzazione ed empowemrent rivolti a donne e ragazze focalizzati in particolare sul loro diritto all’integrità fisica. Sono inoltre previste attività di campagna rivolte alle istituzioni, con raccomandazioni per migliorare gli interventi di prevenzione e contrasto al fenomeno. (Dp)