Nasce la prima rete regionale antiviolenza della Sicilia
PALERMO – Creare rete per prevenire, informare e agire meglio su tutto il territorio. Con questo obiettivo apre i battenti in Sicilia la prima rete regionale di “Centri di prevenzione, ascolto e lotta alla violenza Lia Pipitone”. La presentazione è avvenuta questa mattina nella sala stampa dell’assemblea regionale siciliana a cura di Adriana Argento, responsabile del Centro di prevenzione e ascolto e lotta alla violenza “Lia Pipitone” di Palermo - associazione Millecolori onlus e di Antonio Ferrante, coordinatore dell’area comunicazione del centro.
La nascita di questa realtà con il compito di raccogliere e coordinare i dati dei nove centri antiviolenza locali si inserisce nell’ambito delle iniziative realizzate in occasione della commemorazione del trentennale dell’omicidio di Lia Pipitone, figlia del boss dell’Acqusanta, uccisa perché ribellatasi alla mafia. Per l’occasione questa mattina sono intervenuti anche il figlio di Lia Pipitone Alessio Cordaro e il deputato regionale del Pd Fabrizio Ferrandelli.
La manifestazione in memoria di Lia Pipitone si svolgerà il prossimo 23 settembre con un concerto di voci femminili, una mostra fotografia e un’esposizione pittorica sul ‘femminicidio’ nello spazio tre navate dei Cantieri Clturali alla Zisa. Tra le iniziative verranno pure presentate delle tavole grafiche che traggono spunto dal libro che il figlio di Lia Pipitone ha scritto in collaborazione con il giornalista Salvo Palazzolo “Se muoio sopravvivimi”.
“Dalla voglia di Libertà e di coraggio che ha avuto Lia Pipitone nasce questa nuova rete – afferma Adriana Argento -. L’intenzione è quella di creare un modello unico di lavoro sociale che non parta più dal lavoro dei singoli in maniera disomogenea ma che sia principalmente coordinato e che possa quindi partire dal territorio, ricevendo quella che è l’informazione dell’utenza per potere dare poi una risposta giusta ed attivare un dialogo con le istituzioni. Il lavoro di rete coinvolgerà le zone di Erice, Trapani, Messina, Ragusa, Palermo, Siracusa, Catania con iniziative di sensibilizzazione e prevenzione del fenomeno anche partendo dalle scuole. L’aspetto più importante sarà il monitoraggio del fenomeno che permetterà sulla base dei dati che verranno raccolti maggiori risposte. In questo modo la rete vuole essere un osservatorio attento in grado di relazionarsi con le istituzioni locali e regionali”.
“Oggi ho un motivo in più per essere orgoglioso ed entusiasta di ciò che si sta realizzando – sottolinea Alessio Cordaro, il figlio di Lia Pipitone -. Penso che questo sia il modo migliore di ricordare mia madre dando valore alla sua prematura scomparsa. La manifestazione del 23 in suo onore è stata fortemente voluta da tutta la nostra famiglia , in particolare da mio padre ed è stata organizzata in uno stile rispondente alla persona che era mia madre che amava tanto la libertà e tutte le forme di arte: musica, pittura, fotografia”.
“L’iniziativa dà luce a un’altra parte importante della storia della Sicilia – esordisce il deputato regionale Fabrizio Ferrandelli -. Quello di oggi è un coordinamento che nasce dal basso, dalle esigenze dei territori e dalla passione e professionalità di chi ha deciso di mettersi insieme in rete senza bisogno di un finanziamento pubblico e di altre forme di assistenzialismo. Per questo credo che sarà un lavoro di rete lontano da qualsiasi forma di auto-referenzialità che non porta a crescere. Il coordinamento tra i vari centri antiviolenza della Sicilia verrà favorito da momenti di incontro e confronto con la politica. Per quanto ci riguarda saremo attivi con atti amministrativi e parlamentari ma anche con la costituzione di tavoli tecnici e di coordinamento all’assessorato alla salute, alla famiglia e nelle varie amministrazioni locali lì dove servisse”. (set)