9 gennaio 2018 ore: 10:49
Immigrazione

Naufragio dell'Epifania, Msf: primo soccorso psicologico per i superstiti

Sarebbero almeno 64 le vittime del tragico evento che ha visto la Guardia costiera italiana salvare 84 persone e recuperare i corpi senza vita di altre 8. Tra loro donne e bambini
Medici senza frontiere Salvataggio migranti - Foto Medici senza frontiere

Foto Medici senza frontiere

ROMA - Le equipe di Medici Senza Frontiere (Msf) in Sicilia hanno svolto questa mattina un intervento di Primo soccorso psicologico (Pfa) al porto di Catania per i sopravvissuti del naufragio del 6 gennaio, che ha visto la Guardia costiera italiana salvare 84 persone e recuperare i corpi senza vita di altre 8. Secondo le testimonianze raccolte dagli psicologi di Msf, almeno altre 56 persone risulterebbero disperse, tra cui molti bambini che avrebbero perso la vita in mare.
"Dalle prime ricostruzioni, sembra che i sopravvissuti abbiano aspettato almeno due ore l'arrivo dei soccorsi. Aggrappati a quel che restava del gommone, si aiutavano gli uni con gli altri, mentre osservavano altre persone lottare per sopravvivere. Purtroppo, in questo lasso di tempo almeno 64 persone, tra cui molti bambini, avrebbero perso la vita in mare," dichiara Teo Di Piazza, coordinatore 
Msf dell'attivita' di supporto psicologico in Sicilia. Delle 14 persone assistite dagli psicologi di Msf, nove hanno perso almeno un membro della famiglia e tutti hanno perso almeno una persona cara durante la traversata. "Tra i sopravvissuti ci sono anche un bambino di tre anni che ha perso la madre e una famiglia di undici persone in cui si sono salvati solamente in tre," continua Di Piazza di Msf.

Il barcone sarebbe partito la notte precedente al soccorso dal porto di Garabulli, a est di Tripoli, con circa 150 persone a bordo e verso mezzogiorno avrebbe cominciato ad imbarcare acqua mentre le condizioni del mare peggioravano. "Nonostante gli sforzi delle autorita' europee ed italiane per chiudere ad ogni costo la rotta Mediterranea e bloccare le persone in Libia, uomini, donne e bambini continuano a rischiare la vita e a morire in mare", dichiara Tommaso Fabbri, capo missione di Msf in Italia. "Questa continua tragedia non si risolvera' con stretti corridoi umanitari per pochi. Solo l'apertura di vie legali e sicure stabili e sostenibili per chi e' in cerca di protezione potra' evitare che persone disperate mettano i loro destini e quelli dei loro figli nelle mani dei trafficanti".

Nel 2017 i team di Msf a bordo delle navi Aquarius e Prudence hanno prestato soccorso ad un totale di 23.848 persone e continuano ad operare a bordo dell'Aquarius in coordinamento con SOS Mediterranee. I team medici e psicologici continuano ad offrire supporto psicologico agli sbarchi in Sicilia e operano in vari centri di accoglienza secondaria in Sicilia e in un centro di post-ospedalizzazione a Catania. (DIRE) 

© Riproduzione riservata Ricevi la Newsletter gratuita Home Page Scegli il tuo abbonamento Leggi le ultime news