Naufragio dell’Epifania. "Vite da salvare a terra e in mare, senza esitazioni"
Foto: Unhcr Italia
ROMA - “La situazione nel Mediterraneo e in Libia continua ad essere particolarmente grave. Non si può ravvisare certamente un miglioramento nel calo degli arrivi in Italia rispetto al 2016 o nella diminuzione dei decessi in mare, che comunque superano le 3000 -vittime”. E’ il commento del Centro Astalli che ricorda il primo naufragio del 2018, il giorno dell'Epifania al largo delle coste libiche: 86 migranti salvati dalla Guardia costiera italiana, otto i cadaveri recuperati, tutte donne. “Le persone che non riescono ad attraversare il mare – si legge - vengono rinchiuse in carceri libiche dove sono esposti a violenze e gravi violazioni di diritti umani”.
Il Centro Astalli sottolinea che dal primo gennaio sono stati recuperati in mare e indirizzati in Italia 417 migranti e che nel 2017 almeno 3.116 migranti hanno perso la vita nel Mediterraneo. Sono invece riusciti a sbarcare in Italia in 119.369, il 34,24% in meno rispetto al 2016. “Il calo è iniziato a luglio, dopo gli accordi siglati con Tripoli: - prosegue il Centro Astalli - da allora la Guardia costiera libica ha iniziato a pattugliare le acque, riportando indietro chi tentava la traversata per rinchiuderli in centri di detenzione gestiti dal governo o dalle milizie”.
L’organizzazione torna a chiedere a istituzioni nazionali e sovranazionali l’attivazione immediata di vie legali che consentano a chi scappa da guerre e persecuzioni di giungere in Europa per chiedere protezione; di non far accordi con paesi terzi in cui non vengono rispettati i diritti umani e in cui non sia pienamente assicurato il rispetto del diritto d’asilo e di potenziare lo sforzo di ricerca e soccorso delle imbarcazioni in difficoltà nel Mediterraneo.
Su Twitter Carlotta Sami, portavoce dell’Unhcr, scrive: “Siamo a Catania, accogliamo i sopravvissuti sotto choc del primo naufragio del 2018. I corpi recuperati sono 8, tutte donne. Fra loro la mamma di un bimbo di 2 anni, ora orfano. Queste vite vanno salvate a terra e in mare, senza esitazioni: ogni giorno la loro vita è a rischio”. Per Unhcr Italia "le attività di salvataggio in mare sono e rimarranno essenziali anche nel 2018".
Secondo Flavio Di Giacomo, portavoce italiano dell'Oim, sarebbero 64 i migranti morti in mare.