21 luglio 2016 ore: 12:50
Immigrazione

Naufragio in Sicilia, lo sdegno del Centro Astalli: l'Europa faccia di più

Questa mattina ventidue persone hanno perso la vita nel tentativo di raggiungere le coste italiane. L’associazione: “Soccorrere non basta più, bisogna garantire canali umanitari sicuri a quanti cercano protezione”
Migranti. Naufragio. Barca in mezzo al mare con profughi

ROMA – “Basta morti in mare, l’Europa faccia di più e meglio”. Dopo l’ennesima tragica notizia del naufragio a largo delle coste della Sicilia, in cui hanno perso la vita 22 persone ( 21 donne e un uomo) il Centro Astalli ribadisce con forza che “non è più possibile rimanere indifferenti dinanzi al continuo ripetersi di tragedie evitabili”. “È necessario garantire canali umanitari sicuri a quanti, in fuga da conflitti e persecuzioni, cercano protezione – sottolinea l’associazione -. È l’unica strada percorribile per evitare che trafficanti di esseri umani continuino a mettere in pericolo vite innocenti, lucrando sulla disperazione”.

Mai come in questo momento è necessario uscire dalla logica dell’emergenza, ricorda il centro Astalli.”Le Nazioni Unite da tempo documentano da tempo che il numero di rifugiati nel mondo ha superato i 60 milioni perché sono aumentate guerre e crisi umanitarie che costringono la popolazione civile a cercare salvezza altrove – si legge nella nota - Non è un’emergenza degli ultimi giorni, ma un fenomeno ampiamente previsto e in quanto tale fuori da ogni canone di eccezionalità. I governi, se uniti, non avrebbero difficoltà a gestire un numero di migranti pressoché invariato rispetto all’anno scorso. L’Europa ha il dovere di creare alternative al traffico di esseri umani come canali umanitari e programmi di reinsediamento, al vaglio da tempo sui tavoli istituzionali, mai diventati adeguatamente operativi – continua - Soccorrere non basta. È necessario prevenire attraverso ingressi protetti e un’accoglienza dignitosa e organizzata che tenga in considerazione la volontà dei migranti. Politiche e misure volte esclusivamente ad evitare gli arrivi e chiudere le frontiere sono evidentemente destinate a fallire oltre ad avere un costo altissimo in termini di risorse economiche ma soprattutto di vite umane. L’esperienza di questi anni mostra ad un Europa pigra e impaurita che le migrazioni sono un fenomeno che va gestito perché non può essere impedito”. 

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