24 marzo 2017 ore: 17:32
Immigrazione

Naufragio Libia. Oim: “Ci sono 54 superstiti, salvati dai pescatori”

Secondo le informazioni raccolte dall’Organizzazione internazionale per le migrazioni (Oim) i migranti sarebbero stati poi riportati in Libia. Scende così il numero delle vittime ipotizzate all’inizio: “morti accertate per ora sono 66, del secondo gommone non abbiamo notizie”
Sbarchi. Ghirlanda fiori in mare

ROMA – Sono almeno 54 i superstiti del naufragio avvenuto a largo delle coste della Libia. Secondo le informazioni raccolte dall’Organizzazione internazionale per le migrazioni (Oim) le persone sarebbero state soccorse in mare da alcuni pescatori e poi riportate in Libia. Il numero delle vittime ipotizzate scenderebbe così drasticamente: l’ong Proactiva arms, che per prima ha lanciato l’allarme dopo aver recuperato 5 cadaveri, parlava infatti di una strage di 250 persone. “Confermiamo solo uno dei due naufragi con 54 sopravvissuti già portati in Libia il 21 marzo e 66 vittime – spiega Flavio Di Giacomo, portavoce di Oim -. Sul secondo gommone non abbiamo notizie e non ci sentiamo di confermare”.

Anche se il numero dei morti potrebbe essere inferiore a quanto ipotizzato all’inizio, si tratta dell’ultimo di una serie di naufragi che ha fatto registrare già 500 vittime dall’inizio dell’anno (stima Unhcr). “E’ fondamentale il lavoro che stanno facendo le ong: hanno salvato oltre 40mila migranti solo lo scorso anno – aggiunge Di Giacomo -. In questo momento ci sono molte polemiche su questo tema, ma a nostro avviso si tratta di un intervento umanitario, valido e fondamentale. Il fatto che in mare ci siano Medici senza frontiere, Moas e altre organizzazioni umanitarie significa che si possono salvare molte persone. E’ chiaro che questi interventi vanno sempre coordinati con la Guardia costiera”.

Secondo il portavoce dell’Oim non si può parlare neanche di pull factor (fattore di attrazione): “diversi studi ci dicono che non è così, quando finì Mare nostrum e c’era solo la Guardia costiera ci fu un aumento delle partenze– spiega -. In quei mesi abbiamo registrato anche terribili naufragi come quello del 18 aprile. Più che di pull factor bisognerebbe parlare di fattore di spinta. In Libia le condizioni sono peggiorate e, inoltre, la notizia che si sta addestrando la Guardia costiera libica per limitare il flusso non fa che accelerare le partenze”. (ec) 

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