Naufragio nel Canale di Sicilia,"la più grande tragedia del Mediterraneo"
Foto di Massimo Sestini
PALERMO- "Si rischia una delle più grandi tragedie avvenute nel Mediterraneo, che porta il numero dei primi mesi a oltre 1500 persone”. Lo sottolinea Carlotta Sami, portavoce dell'Unhcr, ai microfoni RaiNews24. Spiegando la dinamica dell’incidente, ancora poco chiara, ha confermato che "probabilmente il barcone è stato avvicinato da un mercantile, c'è stato un momento di esitazione a bordo: lo spostamento di alcuni ha fatto capovolgere il natante”. Poi Carlotta Sami ha condannato la crudeltà dei trafficanti: “E' incredibile - ha aggiunto - la crudeltà dei trafficanti che hanno riempito la barca così tante persone". L‘apertura di canali legali per accogliere i rifugiati che scappano da una situazione di grave crisi non può farsi attendere.
"L'ennesima strage a pochi giorni dall'aver istituito la giornata della memoria in ricordo del naufragio del 3 ottobre a Lampedusa. È vergognoso continuare ad assistere alla cinica indifferenza dei Paesi dell'Unione Europea, che continuano a lasciare sola l'Italia nonostante i continui appelli e le proposte concrete formulate in piu' sedi per prevenire i viaggi della morte e fermare questa strage continua. Il Governo chieda un vertice straordinario da tenersi in Sicilia con tutti i leaders europei per una riunione operativa sulla prevenzione di questa mattanza continua". Cosi' dichiara Khalid Chaouki, deputato PD e coordinatore Intergruppo parlamentare immigrazione.
Con un minuto di silenzio, il Consiglio nazionale dell’Arci, riunito a Roma il 18 e 19 aprile, ha voluto esprimere il "dolore e cordoglio per l’ennesima strage che si è consumata questa notte nel Mediterraneo". "Le prime informazioni parlano di 700 morti. - sottolinea l'Arci - Se fossero confermate, si tratterebbe della più grande tragedia mai avvenuta in mare. Una tragedia che ha responsabilità precise nelle scelte compiute dalle istituzioni italiane ed europee, che continuano a perseguire politiche di chiusura ed esternalizzazione delle frontiere e che, con Triton, hanno deciso di mettere in campo un’operazione finalizzata al solo controllo, anziché allargare a tutto il Mediterraneo un’azione di ricerca e salvataggio, quale è stata Mare nostrum, che ha consentito a tante persone di essere messe in salvo". "Quando si capirà - prosegue la nota - che il flusso di migranti non si fermerà né dinanzi alle vessazioni dei trafficanti di morte né di fronte ai pericoli di traversate su barconi stracolmi e insicuri? Quanti morti ancora ci dovranno essere perchè si decida di accogliere la richiesta dell’apertura di canali di ingresso umanitari, offrendo vie sicure di fuga a chi scappa di guerre e violenze? Ogni minuto perso, accresce responsabilità che ormai sono chiare a tutti". Arci chiede al governo "in attesa che si arrivi ad un’azione congiunta con l’unione Europea, di ripristinare immediatamente Mare Nostrum". Da parte nostra, oltre a continuare in un’opera instancabile di denuncia, destineremo parte del ricavato della raccolta del 5 per mille alla costituzione di un fondo di sostegno alle famiglie delle vittime.
"Il più grande naufragio nella storia delle migrazioni: così rischia di essere ricordata l'ennesima tragedia avvenuta stanotte nel Canale di Sicilia". Così Amref Health Africa che ribadisce che è un "dovere di tutti, ma innanzitutto della politica, ricordare che la sofferenza di una parte del mondo è affare di tutti, non solo di chi lo vive in prima persona, perché bisogni e diritti sono interconnessi, e se una parte di umanità è costretta a fuggire da guerre e miseria e a morire in mare per questo, tutta l'umanità è chiamata in causa. E' quindi un dovere prioritario rimuovere le cause che determinano tali ingiustizie e le conseguenti tragedie Per il direttore della sezione italiana, Guglielmo Micucci: "Quella di stanotte è l'ennesima tragedia, forse la più grande mai avvenuta nel Mediterraneo. Gente che fugge da guerre, persecuzioni e miseria. Non parliamo di andare a studiare in un altro Paese o di cercare un lavoro migliore. Ma di migliaia di persone che ogni mese lasciano tutto, i loro cari, i loro beni, il diritto ad avere un futuro normale dove sono nati, esclusivamente per salvarsi la vita. L'Europa, inerme, non riesce a dare una risposta adeguata. Amref Health Africa lavora nei Paesi da dove queste persone fuggono. Lavoriamo proprio per migliorare la loro condizione di salute cosi da permettere loro di rimanere nelle loro comunità. Ma sappiamo bene cosa significhi vivere in quelle situazioni. E proprio per questa ragione, con forza, specialmente oggi, ribadiamo l'importanza che l'Italia e l'Europa possano diventare un vero luogo di accoglienza. Per dare una speranza di salute a tutte quelle persone che fuggono. Non a queste 700. Queste, a causa di una politica che si è persa in parole e a volte ha girato lo sguardo dall'altra parte, non potranno essere viste e aiutate mai più".
La Caritas di Palermo intanto ha dato piena disponibilità a continuare ad accogliere i migranti che arrivano dagli sbarchi. Attualmente è attivo il centro San Carlo e Santa Rosalia che ha accolto 44 migranti e nei prossimi giorni sarà attivo il centro Cas di Ciminna. Sono vuoti invece i centri di Trabia e quello di Giacalone che avevano ospitato una parte dei 1200 migranti arrivati martedì scorso e che ora sono stati trasferiti a Milano, Firenze e in Umbria. Un piccolo gruppo di migranti è statoinoltre accolto in alcuni locali annessi alla Chiesa di San Giovanni Maria Vianney a Falsomiele.