11 giugno 2018 ore: 12:22
Immigrazione

Nave Aquarius, Cipsi: no alla politica che condanna i migranti

Guido Barbera, presidente del Coordinamento di ong: "Nessun Paese ha il diritto di chiudere l’accesso alla speranza di vivere e alla sopravvivenza. Nessuna civiltà può fare a meno dei principi di solidarietà, dei diritti umani, della giustizia, senza cadere nell’inciviltà e nella barbarie"

Roma - “Speravamo non succedesse, ma lo aspettavamo!”. Lo dichiara Guido Barbera, presidente del Cipsi – coordinamento di 34 associazioni di cooperazione e solidarietà internazionale – in merito alla tragedia della nave Acquarius con quasi 630 migranti salvati da un naufragio, che continua a vagare nel Mediterraneo, a metà strada tra la Sicilia e Malta. “Compito della politica e dei politici, continua Barbera, è garantire i diritti di tutti gli esseri umani: bambini, donne, uomini, e la loro convivenza. La politica deve liberarsi da interessi ed affari, ed avere il coraggio di guardare in faccia ogni persona umana, senza distinzioni di età, sesso, razza, cittadinanza. La vita va tutelata e garantita, non può essere oggetto di contese e prove di forza tra politici".

“Nessun Paese ha il diritto di chiudere l’accesso alla speranza di vivere e alla sopravvivenza. Nessuna civiltà può fare a meno dei principi di solidarietà, dei diritti umani, della giustizia, senza cadere nell’inciviltà e nelle barbarie. Un Paese non è forte per quante armi possiede o per quanto alza la voce, ma per quanto sa offrire alla convivenza e al benessere dei cittadini. Nessuno, oggi, può fermare i nostri giovani dal partire verso altri Paesi, così come nessuno, oggi, può fermare chi cerca un futuro nei nostri Paesi. Solo riconsegnando la dignità umana che appartiene ad ogni essere umano, potremo superare le ingiustizie e ritrovare equi livelli di convivenza e vita nel nostro pianeta. Non con la forza, ma nella civiltà".

"Condanniamo - conclude Barbera - questa politica che disprezza la vita e la salvezza delle persone migranti. Chiediamo a tutti di rialzare la testa con la fierezza ed il coraggio di guardare in faccia ed accogliere chi soffre, non cacciarlo o lasciarlo in balia dell’oceano. La solidarietà è un dovere. Salvare le persone in mare e portarle in terra è un obbligo. Le migrazioni sono legate al modello di sviluppo, all’ingiustizia sociale, all’iniqua distribuzione di risorse economiche e alla negazione di accesso diffuso a quelle naturali, che la globalizzazione ha costruito. La povertà attuale di molti italiani, non è sicuramente imputabile a quei Paesi che per decenni abbiamo impoverito per accrescere le nostre risorse, quanto piuttosto alle leggi e normative della stessa politica che oggi rifiuta la solidarietà, perché la solidarietà non arricchisce nessuno! La solidarietà però, è la sola soluzione per vivere dignitosamente e tutti insieme. Per questo, noi scegliamo la solidarietà!". 

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