19 marzo 2016 ore: 16:39
Immigrazione

Nave Aquarius, il soccorso dei migranti in mare continuerà fino a dicembre

L’annuncio del comandante Klaus Vogel, pioniere dell’associazione “SOS Mediterranee” che vede tra i fondatori anche Cospe. Oltre 190 i migranti soccorsi in mare ad oggi. “Sono traumatizzati e costretti a salire sui gommoni anche con il mare in cattive condizioni”
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ROMA - Le operazioni di salvataggio della nave Aquarius in soccorso dei migranti nel Canale di Sicilia continueranno fino a dicembre di quest’anno. Ad annunciarlo a Redattore sociale, direttamente dalla cabina di comando del guardapesca di 77 metri salpato il 26 febbraio scorso da Lampedusa, è il comandante, Klaus Vogel, ex ammiraglio di marina che ha dato vita in collaborazione con Medecins du monde, all’assiociazione umanitaria “SOS Mediterranee”, che vede tra i fondatori e promotori anche Cospe. L’imbarcazione ha fatto sosta oggi a Trapani per riprendere il largo in serata. Inizialmente il progetto puntava ad assicurare un soccorso in mare fino al termine del mese di aprile. Ora le prospettive sono ben più ampie. “Abbiamo deciso di continuare - ha spiegato Vogel -. Il progetto proseguirà fino alla fine dell’anno. Non sappiamo quanti ne arriveranno per l’estate, ma ce ne aspettiamo molti di più. Già questa settimana ne sono arrivati tantissimi”.

Ad oggi sono due gli interventi di soccorso che hanno visto la nave Aquarius coinvolta: 193 i migranti accolti a bordo, tra di loro anche due minori e due neonati. Il primo soccorso dieci giorni fa, ha raccontato Vogel. “Le condizioni dei migranti del primo soccorso erano critiche. Non solo per le cattive condizioni del mare, ma anche per la situazione in Libia. Sono traumatizzati, sono stati spintonati e anche feriti per farli salire sulla barca, nonostante le condizioni del mare. Nel secondo salvataggio le condizioni dei migranti erano un po’ migliori, ma anche loro erano molto spaventati perché letteralmente obbligati a fare la traversata”. Tra i migranti diverse le nazionalità di provenienza, ha spiegato il comandante, ma tutte dell’Africa subsahariana. 

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Le imbarcazioni usate per la attraversare il Mediterraneo, poi, ancora una volta gommoni. Nel secondo soccorso a cui ha partecipato la nave Aquarius, ha aggiunto Vogel, erano sei i gommoni in difficoltà. “In ogni salvataggio i migranti corrono rischi per la vita, ma ci sono rischi anche per l’equipaggio - ha aggiunto il comandante -. Noi siamo professionisti, ma i migranti sono molto spaventati. Il momento più difficile è quello del primo contatto. Hanno paura per la loro vita e paura di noi, perché non conoscono chi li sta soccorrendo”. Positivo, invece, il coordinamento centrale dei soccorsi gestito da Roma, ha spiegato Vogel. “Il coordinamento funziona molto bene - ha aggiunto -. Sul posto, poi, c’è anche un buon coordinamento con le altre navi, che possono essere navi militari o della guardia costiera”.

Ad imporre dei limiti a questo tipo di operazioni in mare da parte di organizzazioni non governative sono certamente i costi, spiega l’ex ammiraglio. “Sostenere questo tipo di operazioni costa circa 250 mila euro al mese, tutto incluso. Equipaggio, affitto della barca, ma quello che costa di più è il carburante: si parla di circa 60 mila euro”. Costi dovuti anche alla tipologia del soccorso. L’imbarcazione, infatti, è sempre in mare per garantire soccorsi più rapidi. “Noi siamo sempre nel Canale pronti a intervenire - ha spiegato Vogel -. Non siamo una nave che parte e va in soccorso. è sempre in acqua e pronta a soccorrere. Questo diminuisce di molto i rischi per i migranti”. Per questo, ha aggiunto Vogel, ora serve l’aiuto di tutti “per continuare ad assicurare i soccorsi nel mar Mediterraneo”.(ga)

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