Nel carcere apre una lavanderia industriale: darà lavoro a 16 detenuti
- PARMA - Otto detenuti saranno assunti subito, altri 8 entro la fine del 2017: l’occasione è l’avvio di una lavanderia industriale all’interno del penitenziario di Parma nell’ambito del progetto “Sprigioniamo il lavoro”. “Un passaggio storico, un momento fondamentale: per il nostro carcere questa è una bellissima novità”: non nasconde la sua emozione Roberto Cavalieri, Garante dei detenuti del Comune di Parma. Cinque aziende – Gruppo Gesin Proges; Coop. Sociale Biricca; GSG. srl.; Multiservice Soc. Coop; Bowe 2014 srls – confluiranno in una nuova realtà (Newco) che prenderà in carico la gestione della lavanderia interna al penitenziario. Obiettivo, lavorare 14 mila chili di biancheria a settimana per strutture alberghiere e sanitarie. Determinante il ruolo della Fondazione Cariparma, che sosterrà le spese per i macchinari industriali e l’adeguamento degli impianti energetici a beneficio dell’amministrazione penitenziaria.
“Due delle aziende coinvolte sono profit, a significare l’ambizione dell’iniziativa”. La Newco non solo risponderà alle direttive della legge Smuraglia, ma si farà carico della copertura dei costi derivati dall’inserimento all’esterno del carcere di 7 detenuti all’anno in tirocinio formativo nelle aziende partner: “naturalmente ci piacerebbe che poi i tirocini si trasformassero in veri e propri eventi formativi”, continua Cavalieri. La Newco finanzierà anche una serie di progetti e iniziative a favore dei detenuti anziani e disabili che non possono partecipare alle attività lavorative per motivi di salute ed età avanzata: “Il carcere di Parma è anche un Centro clinico: queste persone sono sempre un po’ dimenticate, ci fa piacere che finalmente si pensi anche a loro”.
Per la lavanderia all’interno del carcere, 6 dipendenti delle aziende coinvolte cambieranno la loro sede lavorativa e la porteranno all’interno dell’istituto penitenziario: “Anche questa è una bellissima novità, soprattutto a livello di socializzazione: significherà molto per i detenuti, che si troveranno a lavorare gomito a gomito con persone che vengono da fuori”. (Ambra Notari)