Nepal, Gvc: "C’è tanto da fare ma i nepalesi sono determinati a ripartire"
BOLOGNA - È atterrata da poche ore a Bologna Erica Beuzer la cooperante della ong Gvc di ritorno dal Nepal. Ha il viso stanco per il volo ma ha voglia di raccontare quello che ha trovato laggiù. Non solo la preoccupazione e la paura di una popolazione che dopo il 25 aprile, il giorno della prima scossa, ha perso amici, familiari, casa, lavoro. Ma anche la determinazione con cui le persone stanno provando lentamente a ripartire. “I nepalesi hanno una forza d’animo straordinaria e stanno dimostrando tanta solidarietà tra di loro – dice Erica Beuzer che lavora per la ong dal 2005 – Da una tragedia come questa è difficile riprenderti, eppure c’è voglia di ricominciare a vivere. Di lavoro da fare lì ce n’è tanto”. Non è facile. Ogni giorno nuove scosse d’assestamento riportano la mente a quei momenti terribili.
In pochi istanti in Nepal sono venute giù le case e sono stati spazzati via interi villaggi. L’ultimo bilancio parla di oltre 8 mila morti, 20 mila feriti e 2 milioni di sfollati. “In uno dei campi allestiti nel distretto di Rasuwa ho incontrato una famiglia che abitava in montagna e che il 25 aprile ha visto crollare tutto – racconta Erica – Dopo la scossa hanno iniziato a camminare alla ricerca di un riparo. Per tre giorni hanno vagato sulla montagna prima di arrivare a valle. Non gli è rimasto più nulla e mentre mi raccontavano la loro storia avevano tutti uno sguardo perso nel vuoto. Erano spaventati e disorientati”. La vera tragedia, infatti, si annida tra le montagne e i villaggi rurali dove le popolazione viveva grazie a un’economia di sussistenza. “Tutti avevano il proprio campo da coltivare – continua Erica – le frane hanno portato via tutto. Questa era la loro fonte di sostentamento ora non hanno più nulla”.
La cooperante del Gvc e i suoi colleghi hanno distribuito kit igienico-sanitari, cibo, hanno aiutato a costruire ripari contro le piogge monsoniche e hanno iniziato le prime fasi d’allestimento delle scuole temporanee per garantire la normalità ai bambini. Il Gvc ha infatti promosso il progetto “A Rasuwa si torna a scuola”, finanziato dalla Regione Emilia-Romagna con 68 mila euro, per realizzare 19 scuole in piccole strutture resistenti alle piogge monsoniche per accogliere circa 1.500 ragazzi che oggi passano le loro giornate all’interno dei campi d’emergenza. L’obiettivo è completarle per il 31 maggio. Rasuwa è uno dei distretti più poveri del Nepal ed è anche quello maggiormente colpito dal terremoto. “Abbiamo pensato di ripartire dai bambini e dagli adolescenti, riportandoli a scuola, per ridare loro una speranza per il futuro – conclude Erica – In Nepal il lavoro minorile è molto diffuso, i ragazzi iniziano a lavorare presto e non solo in famiglia. Sono in tanti quelli che sono costretti a lavorare in miniera”. (Dino Collazzo)