1 agosto 2013 ore: 15:45
Giustizia

Nessuno si offre di pagare il funerale di Andrea, la trans uccisa a Termini

In corso le indagini sull’omicidio. La polizia: “Al momento tutte le piste sono aperte”. La salma è custodita all’ufficio di medicina legale di Roma. L’Help center della stazione: aveva sempre rifiutato ogni aiuto - VIDEO
Gabriella Lanza/Rs Andrea, la trans uccisa alla stazione termini

ROMA - Non si sa ancora chi ha ucciso Andrea a calci, pugni e bastonate, abbandonando il suo corpo massacrato lungo il binario 10 della stazione Termini. La polizia ferroviaria sta vagliando più piste: “Per ora non escludiamo nessuna ipotesi”, riferisce l’ispettore Gerando Caputo, titolare dell’inchiesta. Come ci ha confidato nell'intervista che ci aveva concesso 6 giorni prima prima di morire, Andrea aveva paura che qualcuno le potesse fare del male.

box Intanto, il suo corpo è custodito all’ufficio di medicina legale, a disposizione del magistrato. Si aspetta ancora che venga depositato il referto medico sulla sua morte. Per ora però nessuno si è fatto avanti per offrire un funerale e una degna sepoltura ad Andrea. Questo nonostante il grande interesse che la sua storia aveva suscitato su Facebook e sui siti di grandi quotidiani e varie manifestazioni di solidarietà.

Andrea era arrivata in Italia quattro anni fa dalla Colombia. Era sola al mondo. “Molto probabilmente sarà il Comune di Roma a pensare al funerale. Comunque, verrà avvisata anche l’ambasciata colombiana”, afferma Caputo.

Gli operatori dell’Help center della stazione Termini conoscevano bene Andrea. Ogni sera, durante il loro giro notturno, la vedevano stendere il suo cartone a piazza dei Cinquecento, davanti all’ingresso della stazione. “E’ da gennaio che proviamo a parlare con lei, a portarla al nostro centro ma Andrea ha sempre rifiutato ogni aiuto”, racconta Alessandro Radicchi, presidente dell’Osservatorio nazionale disagio e solidarietà. “Tutto quello che domandava era un panino per la cena”, continua Radicchi. “Ci vuole tempo prima che persone come Andrea riescano a fidarsi di qualcuno. E’ un percorso in salita e non sempre riusciamo ad abbattere la corazza che hanno dovuto tirare su per sopravvivere”.

Laura Cucinotta, responsabile dell’Help center, aveva notato che Andrea era spesso in compagnia di un’altra trans. “Di solito chi si prostituisce si veste in maniera appariscente, Andrea invece no. Se ne stava in un angolo. Non sappiamo però chi altro frequentava e in che giro poteva essere finita”, afferma Cucinotta.

Secondo Radicchi: “Sono loro che devono decidere di farsi aiutare, è una loro scelta. Non possiamo costringerli. Quello che cerchiamo di fare è tirare fuori ciò che non riescono a dire: dietro la richiesta di un panino si può nascondere un grido d’aiuto”, dice Radicchi. “E’ una scommessa: a volte facciamo in tempo a salvarli, altre volte, come in questo caso, no”, conclude Radicchi. (Maria Gabriella Lanza)

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