Nidi, in Italia accesso ai servizi lontano dagli obiettivi europei
Foto di Alberto Cristofari
ROMA – In Italia solo 1 bambino su 5 ha accesso ad un servizio alla prima infanzia, contro un obiettivo europeo stabilito dalla Strategia di Lisbona di 1 bambino su 3, per questo è “necessario sostenere lo sviluppo dei servizi alla prima infanzia da parte di soggetti privati”. È quanto sostengono i promotori della ricerca “Buone volontà utili per costruire qualità e sviluppo sostenibile nei nidi” promossa dalla Fondazione “aiutare i bambini”, condotta dall’Istituto degli Innocenti di Firenze e presentata a Montecitorio. “Negli ultimi sette anni – ha dichiarato Goffredo Modena, presidente di “aiutare i bambini” - abbiamo contribuito ad avviare o potenziare in tutta Italia 81 servizi alla prima infanzia, gestiti da associazioni o cooperative sociali. Con questa ricerca abbiamo trovato conferma della qualità del servizio offerto da questi nidi, che sosteniamo perché riservano una quota di posti a bambini di famiglie in situazione di fragilità sociale e perché sanno valorizzare il volontariato come risorsa, sia a supporto della qualità del servizio sia nell’ottica del contenimento dei costi, si pensi ad esempio alla presenza di volontari a supporto del personale ausiliario nelle pulizie o in cucina”.
Ad essere penalizzate, sono soprattutto le regioni del Mezzogiorno. “Le politiche pubbliche adottate dal governo – ha spiegato Aldo Fortunati, direttore area educativa dell’Istituto degli Innocenti - non offrono ancora quel necessario quadro generale di coerenza per lo sviluppo equilibrato dei servizi sull’intero territorio nazionale e la recente crisi economica rende ancor più critico il tema della effettiva accessibilità dei servizi da parte delle famiglie”. A sottolineare la necessità di un impegno rivolto a combattere la povertà educativa, Luciana Saccone direttore generale Ufficio per le politiche della Famiglia, dipartimento per le Politiche della Famiglia. “L’impegno di chi ha responsabilità di governo in materia di politiche socio-educative dovrebbe essere sempre più rivolto a combattere la povertà educativa – ha spiegato Saccone -, garantendo a tutti i bambini e bambine del nostro Paese, dalla nascita all’età di sei anni, pari opportunità e pari condizioni di crescita e di apprendimento, attraverso l’accesso a nidi e scuole dell’infanzia di qualità, dai quali è necessario partire per contrastare i divari sociali e territoriali. Il Disegno di legge n. 1260, attualmente in discussione alla competente Commissione del Senato, si pone esattamente in questo percorso riconoscendo l’importanza di garantire l’accesso a nuove e qualificate opportunità educative anche a bambini e bambine che si trovano in condizioni di povertà. Spesso, infatti, i bambini soffrono la condizione di una doppia povertà: quella del contesto familiare di origine ma anche quella del contesto territoriale”.
A sostenere progetti sulla prima infanzia in Italia, altre due fondazioni private, Fondazione con il sud e Unicredit Foundation, che oggi a Montecitorio hanno raccontato il proprio impegno. “Il tema dell’infanzia, purtroppo non viene percepito come prioritario per lo sviluppo del Paese – dichiara Carlo Borgomeo, Presidente Fondazione con il sud -. Lo dicono i dati, al Sud più che allarmanti, con una spesa pubblica irrisoria e servizi all’infanzia in alcuni territori quasi inesistenti. Una realtà che rimanda alla vera natura del divario tra Nord e Sud. Su questo specifico tema abbiamo promosso con Fondazione “aiutare i bambini” quattro edizioni del Bando “Un asilo nido per ogni bambino – Area Mezzogiorno”, dando un segnale concreto di attenzione alle esigenze reali del territorio”. Un impegno concreto anche quello della Unicredit Foundation. “A partire dal 2012 insieme alla Fondazione “aiutare i bambini” – ha affermato Maurizio Carrara, Presidente di UniCredit Foundation – abbiamo sostenuto l’apertura e il potenziamento di una rete di asili nido, gestiti da realtà del Terzo settore, con l’intento di offrire servizi all’infanzia per le comunità che fossero anche modelli di impresa sociale replicabili e sostenibili, lavorando in sinergia con enti pubblici o privati del territorio e garantendo la capacita di accogliere bambini provenienti da situazioni di fragilità”.